Attualità

"Se il nido San Rossore chiude dipende dal Comune"

Così l'assessora regionale all'istruzione Nardini sul caso del nido che chiuderà i battenti il 30 Giugno senza proseguire le attività in estate

Il nido San Rossore

"Ho letto con interesse quanto uscito sulla stampa a proposito delle attività estive del Nido San Rossore di Pisa, inclusa la lettera di alcuni genitori. Per prima cosa, per amore di chiarezza, voglio dire che quella situazione non ha niente a che fare con l'ordinanza 53 della Regione Toscana o con un eventuale cavillo burocratico regionale e spiego perché". A dichiararlo è l'assessora regionale all'istruzione Alessandra Nardini.

"La normativa generale - ha quindi spiegato l'assessora - prevede giustamente che le attività educative rivolte a bambine e bambini nella delicata fascia di età che va da tre mesi a tre anni, possano essere svolte solo da soggetti qualificati, autorizzati dai Comuni ad operare come servizi educativi per la prima infanzia (ai sensi della normativa regionale dpgr 41/r/2013), oltre che dai Comuni stessi come titolari, ma non necessariamente gestori diretti, di servizi educativi per la prima infanzia. Questa norma ha una ragion d'essere evidente: di bambine e bambini da zero a tre anni si deve occupare personale qualificato, in strutture idonee e con un'organizzazione adeguata. È dunque una norma di salvaguardia fondamentale per la delicata fascia d'età a cui i servizi si rivolgono ed è attiva tutto l'anno, non solo d'estate". 

"L'ordinanza regionale la ribadisce per il periodo estivo - ha quindi ricordato Nardini -, ma non introduce niente di nuovo, nessuna restrizione che non ci fosse anche lo scorso anno. I nostri uffici hanno interloquito con quelli del Comune di Pisa e hanno appurato che il mancato svolgimento delle attività presso il Nido San Rossore nel periodo estivo, dipendono da una specifica scelta dell'Amministrazione Comunale che nulla ha a che fare con l’ordinanza 53: il Comune ha infatti disposto che il calendario di funzionamento del nido in questione preveda la fine delle attività al 30 giugno. Essendo il nido comunale gestito da una cooperativa privata grazie ad un appalto e avendo l’appalto scadenza al 30 Giugno, la cooperativa semplicemente non ha titolo per operare oltre tale termine senza apposita autorizzazione ad operare quale servizio educativo per la prima infanzia o senza proroga del funzionamento delle attività del nido e dell'appalto a questo legato. Ecco quindi chiarito che la Regione non ha alcuna responsabilità di questa situazione".