"La fine della Società della Salute della Zona Pisana rischia di produrre una vera e propria terra di nessuno: da una parte tutto ciò che riguarda il “comparto sociale “che dovrebbe passare in carico al Comune di Pisa, dall’altra il “comparto sanitario” che, da quanto si apprende, sarà lasciato in toto alla Asl Toscana nord ovest". Così Maria Antonietta Scognamiglio, presidente del Coordinamento Etico dei Caregivers lancia l'allarme su una situazione che rischia di aprire prospettive critiche per la disabilità.
“La presa in carico della persona disabile viene divisa in due in maniera netta: da una parte il sanitario, dall'altra il sociale. Ma il progetto di vita, e i decreti attuativi lo confermano, prevedono proprio il contrario ovvero - ha spiegato - una fusione totale dei due ambiti affinché la persona possa autodeterminarsi o possa trovare una sua inclusione attiva avendo risposte ai propri bisogni che siano essi sanitari o sociali”. La netta separazione è una scelta che preoccupa. “Che fine farà tutto quello che è stato costruito volutamente come socio-sanitario, pensato per rispondere ai bisogni, ottimizzare le risorse, non duplicare i servizi, per programmare/progettare non per uno, ma per un sistema integrato? Quello di cui stiamo parlando – ha aggiunto Scognamiglio - è il quotidiano delle persone con disabilità, risultato di anni e anni di lavoro e coordinamento. Tutta una serie di traguardi e certezze che adesso confluiranno in un pericoloso limbo”.
E la prospettiva è diventata ancora più urgente dopo l’incontro che si è svolto a fine Luglio tra la Scuola Superiore Sant’Anna, incaricata dal Comune di Pisa di elaborare lo studio sulla gestione dei servizi socio-assistenziali a seguito dell’uscita dalla Sds e le associazioni del Terzo Settore, Comitato di Partecipazione e Forum del Terzo Settore. “Lo studio - ha sottolineato Scognamiglio - avrebbe dovuto essere consegnato il 30 Giugno ma a oggi non è emerso alcun esito, i lavori sono ancora in corso. Non possiamo non continuare a chiedere chiarimenti, rassicurazioni e notizie certe, esattamente come stanno facendo tante famiglie. La separazione tra sociale e sanitario rischia di mettere in crisi il complesso sistema costruito nel tempo per ambiti delicati e fondamentali come trasporti, scuola, inclusione, attività sportive, attività estive, passaggi ponte dalla scuola all’università, al mondo del lavoro. Un sistema efficiente ed efficace, migliorabile, rinnovabile certo, ma reso possibile grazie alla rete delle associazioni, le cooperative e alla sinergia con i Comuni, la Sds. e la Usl. La salute e il benessere dei nostri ragazzi vanno tutelati, non possono essere lasciati a ‘galleggiare’ senza punti di riferimento in una riorganizzazione fredda, pensata a tavolino, senza conoscere realtà e persone”.
Ed ecco allora la richiesta. “Chiediamo che si possa creare un gruppo di lavoro composto oltre che dai Comuni e dalla Usl, anche da alcuni delegati del terzo settore. L’obiettivo è garantire una sorta di accompagnamento proprio per condividere alcuni passaggi chiave”, ha concluso.