Politica

Sofia "sveglia" il centrosinistra verso il 2028

Il capogruppo di Sinistra Unita chiama a raccolta gli alleati del campo largo: "Iniziamo ora a ragionare sul futuro: no a operazioni di facciata"

Luigi Sofia

A pochi giorni dal 2026, iniziano le prime mosse verso il 2028, anno in cui Pisa tornerà al voto dopo quello che, a quel punto, sarà un decennio a guida Michele Conti. E, nel campo dell'opposizione, ci ha pensato Luigi Sofia, consigliere di Sinistra Unita, a tracciare la rotta.

Cominciato il countdown politico, infatti, Sofia punzecchia gli alleati del centrosinistra. "Dopo due anni di latitanza - ha detto - è tempo che il tavolo di coalizione del centrosinistra torni finalmente a riunirsi".

"Leggiamo con grande attenzione le prospettive e le riflessioni che arrivano dai nostri alleati, anche attraverso la stampa, e siamo convinti che la stagione del centrodestra a Pisa stia chiaramente esaurendo una fase - ha aggiunto - il governo della città arriva a metà di questo mandato mostrando tutte le sue fragilità: l’ennesimo rimpasto di Giunta ormai alle porte non è un segnale di rilancio, ma l’ennesima conferma di una coalizione sempre più divisa, tenuta insieme soltanto dalla figura del sindaco".

"In questo contesto, più che limitarci a dire cosa noi, singolarmente, immaginiamo o auspichiamo, è fondamentale iniziare da subito a ragionare insieme sulla Pisa del futuro -ha specificato Sofia - perché solo un percorso collettivo, costruito con serietà e metodo, può evitare di arrivare in ritardo e impreparati".

Per il capogruppo di Sinistra Unita, dunque, è indispensabile che il centrosinistra si muova compatto, senza fughe in avanti. "Serve aprire da ora un confronto vero e largo, che coinvolga tutte le forze progressiste e che sappia parlare alla città - ha concluso - solo così potremo costruire una proposta realmente inclusiva, credibile e condivisa. Non un’operazione di facciata, ma il frutto di un percorso politico e collettivo. Per questo ci faremo portavoce di un bisogno che è cresciuto in questi due anni di latitanza del tavolo di coalizione, affinché non si ripetano gli errori del passato".