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SpazioBono, Gambaccini critica le attività svolte

L'assessora parla di "rimodulazione" per creare spazi di aggregazione giovanile nelle periferie, preferendo in centro operatori contro la malamovida

Gianna Gambaccini

L’assessora comunale al sociale Gianna Gambaccini interviene su alcune polemiche sollevate in questi giorni in merito alla "rimodulazione" del progetto di cui faceva parte anche SpazioBono, il centro aggregativo in piazza Sant'Omobono che il Comune intende chiudere.

"Chi evoca ‘aspetti amministrativi poco chiari’ non sa di cosa parla o, semplicemente, non gradisce una legittima scelta politica della nostra amministrazione - esordisce Gambaccini - compiuta senza alcuna anomalia procedurale. Il progetto è terminato il 31.12.2019, ed è stato prorogato fino al marzo di quest’anno proprio per avere il tempo di rimodularlo e bandire una manifestazione di interesse per un nuovo affidamento". 

Dietro la chiusura di SpazioBono ci sarebbero precise scelte politiche, anche in relazione alle attività svolte finora dalle associazioni all'interno dell'immobile.

"La rimodulazione del progetto, infatti - spiega l'assessora -, nasce dalla necessità di creare spazi di aggregazione giovanile nelle periferie, più frequentemente esposte a fenomeni di disagio economico e sociale, e dove attività ludico ricreative pomeridiane possono essere efficaci strumenti educativi. Ma non è questa l’unica riflessione che ci ha spinto a rimodulare il progetto. Molte sono infatti le criticità emerse a nostro avviso nella gestione di SpazioBono: per esempio quanta prevenzione si faceva? Qualche corso su Hiv e malattie sessualmente trasmesse, ma nessuna azione per contrastare la vera piaga diffusa tra i giovani, l’abuso di alcool e il consumo di droga. Non basta, a nostro avviso, svolgere un’attività di bassa soglia per accogliere chi beve troppo. Contestabili anche le attività pomeridiane gestite da alcune associazioni, sempre le stesse, affidate senza un bando o una manifestazione di interesse, svolte in uno spazio privato ma finanziato con soldi pubblici".

"Pensiamo sia più utile ai giovani e alla città – conclude Gambaccini - mantenere per il centro storico il servizio serale contro la malamovida, effettuato però da operatori che vanno in strada ad assistere chi ha bisogno e ad osservare situazioni a rischio, operando di concerto con gli agenti della Polizia Municipale in servizio. Inoltre, con le risorse a disposizione, intendiamo mantenere aperto il Centro aggregativo giovanile del Cep e inaugurarne un secondo in un’altra area periferica della città che stiamo individuando".