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Stop alcolici dopo l'1,30, Confcommercio tuona

Passato in Commissione il nuovo regolamento comunale per le attività commerciali. Ma l'associazione è contraria alla stretta sugli alcolici

I tanti bar che accompagnano la movida notturna pisana potrebbero presto scontrarsi con un nuovo divieto, che ha subito messo in allarme Confcommercio. Nello specifico il nuovo regolamento, approvato in Commissione - cui non hanno partecipato, per protesta sulle procedure utilizzate, i gruppi consiliari Partito Democratico, Movimento 5 Stelle - e una Città in Comune comunicano che non parteciperanno alla suddetta commissione.

, prevede il divieto di vendere alcolici dopo l'1,30 di notte.

"Regole sì - ha prontamente protestato il direttore di Confcommercio, Federico Pieragnoli -, siamo d'accordo e ci siamo impegnati affinché il nuovo Regolamento che disciplina le attività di somministrazione in centro storico venisse quanto prima approvato. Ma l'introduzione del divieto di somministrazione di alcolici per gli esercizi pubblici in regola a partire dalle 1,30 è profondamente sbagliato".

“Siamo contrari a questa decisione draconiana - ha commentato Pieragnoli -, perché l'obiettivo dovrebbe essere quello di contrastare la vendita di alcolici ad opera di abusivi e minimarket, e non di stroncare il lavoro di quei locali in regola che offrono un servizio alla città e ai turisti. Se questa decisione fosse confermata in consiglio comunale, vuol dire che si è deciso di buttare con l'acqua sporca anche il bambino”.

Secondo Confcommercio "così facendo si rischia di far chiudere attività in regola, che pagano tasse e suolo pubblico, e che danno lavoro a tanta gente, oltre a rendere la città viva e vivibile" e con l'approvazione della norma in Commissione è venuta meno la "reciproca fiducia e corresponsabilità" che era stata posta alla base della concertazione sul nuovo regolamento.

“Non abbiamo chiesto la luna, tutt'altro -  ha concluso Pieragnoli -. La nostra osservazione riguardava soltanto i giorni di venerdì e sabato, prevedendo per quei due giorni che il divieto somministrazione degli alcolici scattasse alle ore tre e non prima, proprio perché i locali che pagano le tasse e sono chiamati a rispettare mille e uno adempimenti, debbono poter essere messi in condizione di continuare a lavorare”.