Attualità

Stop alla seduta del Senato Accademico

Il collettivo si mobilita contro il rinnovo della partecipazione al Cecam, consorzio di ricerca di cui fa parte anche la Tel Aviv University

Il Senato Accademico della Scuola Normale Superiore si è riunito per votare, tra le altre cose, il rinnovamento della partecipazione al Cecam, un consorzio di ricerca di cui fa parte anche la Tel Aviv University. E il collettivo si mobilita, protesta e ribadisce la sua posizione in merito.

"Da quando abbiamo scoperto l’esistenza di questa collaborazione - hanno spiegato in una nota - abbiamo raccolto e diffuso informazioni sulla Tel Aviv University, comprendendo il suo coinvolgimento strutturale nel genocidio del popolo palestinese e nel sistema di apartheid israeliano. Fin dall’inizio ci siamo mobilitati contro questo accordo, anche occupando la Scuola Normale in occasione dello sciopero generale del 3 Ottobre, giornata in cui milioni di persone in Italia hanno scioperato per la libertà della Palestina e per porre fine alle complicità con il progetto politico sionista. Eppure, la Scuola ha scelto di ignorare le nostre richieste, evitando ogni occasione di ascolto e confronto".

Così il presidio, composto da studenti, phd e ricercatori,  è entrato in Senato per chiedere conto di un silenzio che pesa. "La Normale - hanno aggiunto - ama raccontarsi, dentro e fuori, come una comunità coesa e democratica; fatichiamo però a scorgere cosa vi sia di democratico in un direttore che da settimane evita ogni confronto con la propria comunità, e che nel momento in cui studenti, phd e ricercatori varcano la soglia del Senato per esigere risposte si alza e se ne va, senza rivolgere loro nemmeno una parola. La domanda che abbiamo posto è semplice: con quale serenità la Normale si accinge a partecipare, formalmente ed economicamente, a un consorzio di ricerca che legittima la presenza di un’università coinvolta in crimini contro l’umanità e violazioni del diritto internazionale?"

Secondo il collettivo la Scuola ha scelto di rifugiarsi dietro formule e tecnicismi invece di restare fedele ai principi affermati nella mozione del 22 Luglio, votata grazie a una petizione sostenuta da centinaia di persone della nostra comunità. "Ha scelto di rifiutare l’unico strumento realmente efficace per incidere: il boicottaggio. L’unica risposta possibile - hanno concluso - è continuare a mobilitarci, affinché le richieste della comunità siano ascoltate e rispettate. La comunità che studia e lavora alla Normale ha già scelto da che parte stare, e sa di non voler essere complice di un genocidio e dell’occupazione coloniale dei territori palestinesi. È dalla parte della dignità, della giustizia e della libertà dei popoli oppressi. Chi guida questa istituzione prima o poi dovrà guardare in faccia questa evidenza".