Matteo Tramoni aveva iniziato la stagione con qualche difficoltà. Impiegato spesso da mezzala, sembrava faticare a trovare incisività. Le ultime due partite, però, hanno segnato un cambio di rotta importante: spostato più vicino a Nzola, in un ruolo da seconda punta o trequartista avanzato, il corso naturalizzato italiano ha trovato nuova linfa.
Un Tramoni diverso. Il numero 10 nerazzurro ha dimostrato che, con 10-15 metri più avanti, può incidere di più. Non solo nelle scelte offensive, ma anche in fase difensiva, dove paradossalmente riesce a pressare meglio e a disturbare la costruzione avversaria. La sua prestazione contro la Fiorentina è stata la migliore da inizio campionato, con movimenti intelligenti, inserimenti e giocate tra le linee che hanno dato respiro all’attacco del Pisa.
Fiducia dal tecnico. Gilardino lo ha riproposto nel nuovo assetto dopo averne intuito le qualità. Tramoni (nella foto di copertina di Gabriele Masotti) ha messo in mostra quella capacità di muoversi nello spazio che a centrocampo puro era rimasta compressa. La partnership con Nzola nel derby, sembra la strada giusta per valorizzarne il potenziale.
Il gol che manca. Resta il grande assente: la rete. Tramoni non ha ancora trovato la via del gol in questo avvio di stagione, ma la sensazione è che sia solo questione di tempo, dopo le 13 reti dello scorso anno. Le occasioni ci sono state, il feeling con i compagni cresce, e la posizione più avanzata lo porta con maggiore frequenza vicino all’area. In questo ruolo Tramoni , può diventare un’arma preziosa nel cammino verso la salvezza.