La lentezza con cui procede la transizione energetica in Italia preoccupa profondamente l’associazione ambientalista La Città Ecologica. Lo fa snocciolando dati impietosi: a fronte di un obiettivo nazionale di 15.528 megawatt da fonti rinnovabili da installare nei primi otto mesi del 2025, ne sono stati realizzati appena 4.039, ovvero il 26%. In Toscana le cose vanno anche peggio: dei 680 megawatt previsti ne sono stati messi a terra solo 140, il 20,6%.
Secondo l’associazione le colpe sono distribuite, "Una legislazione nazionale farraginosa e zoppa frena l’iter delle autorizzazioni. A questo si aggiungono comitati locali contrari a qualsiasi impianto, senza distinguere tra fotovoltaico, eolico, agrivoltaico avanzato", si legge nel comunicato. Non manca una stoccata alla politica: "Spesso questi comitati trovano ascolto nei comuni che magari hanno approvato ogni tipo di cementificazione, ma si oppongono alla transizione energetica, specie in campagna elettorale. Tutti sono per le rinnovabili, ma mai lì, sempre altrove".
La Città Ecologica considera "ingiustificati e antitetici all’interesse generale e ambientale" questi atteggiamenti, anche quando mascherati da ragioni ambientaliste. "L’unico modo per contrastare la crisi climatica è ridurre e annullare le emissioni di gas serra legate ai combustibili fossili", ha scritto l’associazione, che sottolinea come la produzione di energia da fonti rinnovabili sia l’unica strada percorribile.
Nel documento si legge anche che "nessuna tecnologia è senza impatto ambientale, ma le navi gasiere, tanto per fare un esempio, hanno un impatto molto superiore". Viene difeso l’agrivoltaico avanzato, che "garantisce la convivenza tra energia e agricoltura, con almeno il 70% della superficie mantenuta agricola". E viene criticata anche la narrativa di chi propone solo l’uso dei tetti: "È un argomento parziale, perché le superfici disponibili non bastano a coprire il fabbisogno".