Pisa si prepara a vivere l’80° anniversario della Liberazione non come una semplice ricorrenza, ma come un momento di forte mobilitazione politica e sociale. Il 25 Aprile 2025, alle 11, è previsto un concentramento in Piazza Garibaldi, da cui partirà un corteo che si snoderà fino a Piazza Franco Serantini, già San Silvestro. A seguire, al Circolo Agorà di Via Bovio 19, brindisi, pranzo sociale, musiche partigiane e letture a cura di PIC – Pisa In Comune.
L’appello, sottoscritto da numerose realtà cittadine tra cui Potere al Popolo, Rete dei Comunisti, Comunità Palestinese, Cambiare Rotta, Usb, Cobas e diversi collettivi studenteschi, rivendica un 25 Aprile che torni ad essere “giornata di lotta e non solo di memoria”. La parola d’ordine scelta non lascia spazio a dubbi: “80 volte no a guerra, fascismo e sionismo”.
Secondo i promotori, la Resistenza di ieri si lega strettamente ai conflitti e alle contraddizioni di oggi. “Lottare contro tutti i fascismi oggi significa battersi contro i pericoli di nuove guerre alimentate dal militarismo europeo, sostenere il diritto dei popoli all’autodeterminazione, a partire da quello palestinese, e opporsi a un sistema economico che genera sfruttamento e distruzione.”
Sotto accusa anche il contesto politico nazionale, con il governo Meloni definito “composto da eredi del fascismo”, e quello europeo, ritenuto promotore di un “patriottismo continentale” funzionale a una ristrutturazione militare-industriale. La denuncia è rivolta a quella che viene definita “una chiamata alle armi”, sostenuta trasversalmente da tutte le principali forze politiche, a partire dal cosiddetto “partito trasversale della guerra”.
La mobilitazione pisana non si limiterà al solo 25 Aprile. Il corteo anticipa infatti le due giornate di protesta previste il 26 e 27 Aprile contro la nuova base militare prevista nell’area del Cisam, per la quale è stato stanziato un investimento di 520 milioni di euro. Una struttura, dicono i promotori, “imposta senza alcun confronto con il territorio, a scapito dell’ambiente e dei diritti delle comunità locali”.
L’iniziativa del 25 Aprile intende dunque recuperare, secondo gli organizzatori, “il senso profondo della Liberazione: quello di una lotta contro tutte le oppressioni, oggi come allora”. Con una visione dichiaratamente antimilitarista, anticapitalista e anticolonialista, la giornata punta a riportare al centro i contenuti di una Resistenza viva, attuale, militante. Perché – come si legge nell’appello – “non si può permettere che il sangue versato dai partigiani venga sporcato dalla propaganda bellicista dei signori della guerra”.