Attualità

Una scuola in Senegal grazie a Ibrahima

Il dipendente dello storico Cicli Papini ha lanciato l'idea di una scuola nel suo paese di origine, trovando il sostegno di tantissime realtà

Officine Garibaldi a Pisa

Una nuova scuola in Senegal con un'idea pisana. Proprio in città, grazie all'incontro tra Ibrahima Dieng, che lavora nello storico negozio Cicli Papini sul Lungarno, e l'architetto Marco Biondi, che si è reso disponibile a donare il progetto, è nato il progetto che donerà una nuova struttura scolastica a Gagnick.

Ibrahima è arrivato 18 anni fa a Pisa ed è stato adottato da questa città, trovando lavoro proprio a Cicli Papini e, quindi, comprando casa. Adesso, però, il suo pensiero è per chi è rimasto indietro, con la consapevolezza che spesso, in Africa, il diritto all’educazione è un autentico miraggio. E quando sono presenti le scuole hanno strutture inidonee e precarie. 

Il progetto, che ha preso corpo grazie all'impegno di Ibrahima, è stato presentato alle Officine Garibaldi: nella cittadina senegalese, dove ci sono solo scuole elementari e medie, ci saranno anche le scuole superiori. "I bambini devono andare in città più grandi una volta arrivati ai 13 o 14 anni, ma lontani dai familiari non hanno neppure da mangiare - ha spiegato Ibrahima - durante il mio ultimo viaggio, il sindaco del mio paese mi aveva chiesto una mano: ho risposto che ci avrei provato, il popolo italiano è molto buono. Inoltre creare un complesso scolastico apre a nuove prospettive e dona un futuro diverso".

Il progetto tiene conto dei materiali locali, quali i mattoni crudi, riducendo al minimo il calcestruzzo, che è un materiale economico, ma anche poco adatto alle temperature tipiche del Senegal, riducendo l’inquinamento causate dalle fabbriche di cemento e dalla produzione di elettricità. L'esperienza delle costruzioni in terra, infatti, ha dimostrato che si può far calare naturalmente la temperatura di anche 6 gradi.

"Cinque gli edifici, 8 le aule previste apribili e che possono quindi ospitare anche 50 alunni - ha aggiunto - ci saranno laboratori, sala computer e spazi comuni, al centro del progetto un volume che accoglierà la biblioteca che sarà aperta a tutta la comunità del paese e non solo agli studenti, perché la scuola dovrà avere la massima permeabilità per incentivare la caratteristica sociale del progetto".

Il progetto è stato sposato e incentivato da tanti sostenitori, come la Caritas, la Cisl, la Cgil e la Chiesa valdese, oltre alla comunità senegalese di Pisa e la Provincia, che con il presidente Massimiliano Angori si è resa disponibile a supportare l’iniziativa