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Usca, l'addio preoccupa la federazione dei medici

Le unità speciali per l'assistenza domiciliare dei pazienti Covid lasciano il posto alle Uca. Ma il nuovo assetto non convince la Fimmg

La Federazione italiana dei medici di medicina generale, per mezzo di una nota "Esprime profonda preoccupazione" per la cessazione delle Usca, ovvero delle Unità speciali di continuità assistenziale che durante la pandemia si sono occupate del monitoraggio domiciliare e dell'assistenza clinica dei pazienti Covid ricoverati nelle strutture intermedie.

"Dal primo Luglio -scrive il presidente di Fimmg Pisa Luca Puccetti- le Usca cessano l’attività e il bando delle Asl per reclutare i medici che dovrebbero vicariarle, ossia le Uca, in molti casi è andato deserto per l’inadeguatezza della proposta economica e per la confusione dei ruoli e dei compiti assistenziali. Come risultato, i pazienti affetti da Covid in molti casi potranno essere monitorati solo a distanza e sarà spesso necessario il ricovero. I pazienti positivi ricoverati non potranno essere dimessi se non quando si saranno negativizzati poiché mancano i medici per far funzionare le strutture intermedie che fino ad oggi hanno accolto tali pazienti e quindi i reparti ospedalieri entreranno in grave sofferenza. Tutto questo allorquando la curva pandemica registra 100mila nuovi casi al giorno".

La Fimmg Pisa chiede "Un immediato intervento delle autorità preposte ad ogni livello alla tutela della salute pubblica per trovare soluzioni per affrontare questa grave situazione".