Attualità

"Violenza inaudita"

Trolese (Confcommercio): "Solidarietà ai gestori del bar aggrediti. Il controllo del territorio è sfuggito di mano"

Alessandro Trolese

“Piena solidarietà alla famiglia Frullini titolare del bar Bistrot per la gravità di quanto accaduto. Adesso siamo a chiederci: perché si risolva alla fine qualcosa ci deve scappare il morto?” E' questa la domanda che si pone Alessandro Trolese, imprenditore e presidente del Centro storico di ConfcommercioPisa, all'indomani della rissa che ha visto coinvolte 30 persone in viale Gramsci. Erano le 13,30 circa quando due giovani di origini senegalesi, transitando con la bicicletta sotto i loggiati, hanno urtato una cliente del bar. Né è nata una accesa discussione, dalle parole si è passati alle mani e tre persone (gestore del locale e due dipendenti) sono finite all'ospedale. Per Alessandro Trolese si è trattato di una vera e propria aggressione agli esercenti.

 “L'aggressione al collega Frullini e al suo locale è di una tale violenza e gratuità che non ci sono altre parole per definire quanto accaduto. Ogni giorno succede qualcosa, adesso siamo arrivati alla spedizione punitiva messa in atto da bande organizzate di nordafricani. Di questo passo, dove arriveremo?”

“Quando denunciamo da anni che il controllo del territorio è completamente sfuggito di mano - prosegue Trolese - lo facciamo perché viviamo ogni giorno la realtà della stazione e di piazza Vittorio Emanuele, in cui non esiste più diritto né rispetto delle regole, ma solo la legge del più forte e del più prepotente. Noi imprenditori, insieme ai nostri collaboratori, che lavoriamo qui tutti i giorni, che impieghiamo importanti energie e risorse, e non accettiamo di piegare il capo alle regole del far west, rischiamo ogni giorno sulla nostra pelle. E' possibile andare avanti in questa maniera?”

“Le istituzioni adibite a questo compito, l'amministrazione comunale, la politica pisana che cosa fa, che azioni e strategie hanno intenzione di mettere in atto per riconquistare questa terra di nessuno, come pensano di rispondere a simili atti di guerriglia? - si domanda ancora Trolese.

“C'è urgente bisogno, e lo chiediamo da troppo tempo, di una risposta forte, decisa, convinta, prolungata nel tempo - conclude l'imprenditore -C'è bisogno di far sentire che lo stato è presente, che l'uso della forza è deputato esclusivamente alla pubblica sicurezza, che chi lavora onestamente non ha niente da temere e chi sgarra viene punito secondo la legge. E' possibile il ripristino della legalità o è chiedere troppo? E' possibile anche solo avere una risposta dalle istituzioni preposte o deve permanere ancora a lungo questo stato di silenzio e indifferenza?”