Lavoro

Poli di innovazione, c'è da riorganizzare

Verso la chiusura chi non ha mantenuto il bilancio in pareggio per due anni

Governance e finanziamenti, rapporti con la rappresentanza delle imprese, geografia dei poli. Sono alcuni dei punti della riorganizzazione del sistema toscano dei poli di innovazione. Secondo l'assessore regionale Gianfranco Simoncini, alcuni potrebbero unificarsi, altri potranno nascere ex novo, alcuni rivedere la propria mission. E fra i soggetti gestori, quelli che non hanno saputo mantenere il pareggio di bilancio per due anni consecutivi non potranno accedere a nuovi finanziamenti. Orientamenti, questi, sui quali si è aperta una discussione e sui quali imprese e ricerca hanno la possibilità di esprimersi in vista di un successivo confronto.

Avviato nel 2009, il sistema toscano di trasferimento tecnologico si basa oggi su 12 poli per l'innovazione che, in varie zone della Toscana, operano in altrettanti settori. Nell'ultimo triennio il cofinanziamento regionale complessivo per questi organismi ha superato i 7,5 milioni di euro a fronte di spese ammissibili di 9,6 milioni. Quasi tremila (2.950 per l'esattezza) le imprese toscane aggregate ai 12 poli.

"Un'esperienza positiva – secondo Simoncini - anche se non mancano velocità ed efficienze diverse fra un polo e l'altro: è dunque opportuna una fase di riflessione nella piena consapevolezza del fatto che l'innovazione è davvero una fra le componenti fondamentali nella strategia regionale per la crescita e l'occupazione".