Dai cellulari sequestrati ai compagni di classe della 14enne senegalese vittima di offese a sfondo razziale non sono emersi elementi utili alle indagini.
Insieme ai telefoni, le forze dell'ordine hanno controllato anche gli account dei social network seguiti dai ragazzi, ma anche da questi non sarebbero emersi particolari indizi.
A quasi un mese di distanza dall'inizio delle indagini e dalla ricezione da parte della giovane di lettere anonime scritte a penna, e di quaderni e libri strappati, il bullo non ha ancora un nome.
L'indagine, coordinata dalla procura minorile di Firenze, resta dunque ancora a carico di ignoti e ipotizza il reato di ingiuria e danneggiamento.