Cronaca

Ripristino ambientale a Tirrenia, la storia secondo Wwf Pisa

Associazione soddisfatta per l'ordinanza che tutela l'area

“La vicenda del bagno Hoasy è esemplare del modo arretrato con cui si gestisce ancora il demanio marittimo in Italia e, purtroppo, nel litorale pisano non mancano gli esempi”.
Lo sostiene il Wwf Pisa che spiega: “le dune dell’oasi Wwf si erano conservate sino all’inizio degli anni ‘90 solo perché erano contigue alle ex spiagge libere comunali. In seguito a una discutibile scelta, furono ridotte e date concessioni a quattro privati che pian piano realizzarono i loro stabilimenti. Nel frattempo però il Wwf pisano si fece avanti e propose e ottenne una convenzione sulle proprietà comunali che separano il demanio marittimo dal lungomare, nella quale si trova una rigogliosa vegetazione. La parte anteriore delle dune non fu concessa al Wwf in quanto bene demaniale sul quale gravavano già le concessioni dei nuovi e vecchi bagni e quella della piccola spiaggia libera che è rimasta”.

In questi anni, i volontari sono stati continuamente impegnati a ripulire dune e sentieri dai rifiuti abbandonati da gente poco attenta alla natura che si riversa in massa sulla minuscola spiaggia libera. “Non sempre la convivenza coi nuovi bagni è stata semplice. Infatti i nuovi arrivati non hanno potuto realizzare i parcheggi, di cui già godevano invece i primi arrivati e l’accesso ai loro bagni era previsto inizialmente solo ai pedoni. In seguito, mentre alcuni gestori, come il Maestrale e il Cosmopolitan, si sono organizzati rispettando più o meno i vincoli, i bagni Mistral e Hoasy hanno scelto la strada di rosicchiare a poco a poco spazi nella macchia e nelle dune per metterci più auto possibile, il tutto senza alcuna autorizzazione (del resto non era certo possibile ottenerla all’interno di un Parco naturale Regionale). Il bagno Hoasy ottenne nel 2002 il permesso per uno stradello nuovo di zecca, in seguito alla Conferenza dei servizi alla quale aveva partecipato anche il Wwf in qualità di gestore dell’area, proprio per venire incontro alle esigenze dello stabilimento balneare e trovare una soluzione di compromesso. Secondo le prescrizioni dettate dal Parco e da Comune tale accesso avrebbe dovuto essere esclusivamente pedonale e non prevedeva alcun parcheggio, in conformità con il Piano di gestione del Parco. L’allargamento della strada e tutti i parcheggi presenti sono pertanto da considerarsi abusivi, come più volte denunciato degli ambientalisti, i quali sono stati in questi lunghi anni più volte minacciati, e in un caso aggrediti, dai gestori del bagno (come risulta dai verbali del pronto soccorso e dalla sentenza del processo in cui i titolari del bagno Hoasy sono stati condannati al risarcimento delle ferite e contusioni procurate). Siamo dunque soddisfatti che per una volta si sia arrivati a un'ordinanza di ripristino ambientale e siamo certi che la sua attuazione non influirà minimamente nel reddito futuro dello stabilimento, come è dimostrato dal fatto che i bagni che hanno rispettato le regole non giacciono certo sul lastrico. Il bagno Hoasy potrebbe avere qualche danno solo facendosi una cattiva fama di imprenditore poco rispettoso dell’ambiente e della legalità, visto che la sensibilità dei cittadini su questo punto è in lenta ma costante crescita”.