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Saldi, "bilancio ok ma vanno posticipati"

Si registra un + 4 per cento rispetto all'anno scorso, ma il 42,5 per cento del reddito familiare è assorbito da spese obbligate

"Saldi. Primo mese positivo, ma occorre cambiare regole". E' questo il pensiero di Federica Grassini, presidente di Confcommercio Pisa: “A livello provinciale, registriamo un andamento in media positivo del + 4 per cento rispetto all'anno scorso. Un segnale tutto sommato incoraggiante, che tuttavia contrasta con tutti una serie di altri fattori contrari. A partire dal fatto che, la grande affluenza che si è registrata nei primi giorni è andata progressivamente scemando. Il clima non eccessivamente rigido non ha agevolato la vendita dei capi più pesanti e le medie e grandi superfici di vendita e i negozi al dettaglio dei centri urbani hanno avuto migliori riscontri rispetto alle superfici di vendita più piccole, situate i periferia”.

A partire da queste considerazioni, la presidente di Confcommercio  suggerisce “la necessità di riflettere seriamente sull'ipotesi di un posticipo delle vendite in saldo nel mese di febbraio e una riduzione a 30 giorni in termini di durata. D'altronde, la crisi che vivono le famiglie è sempre più evidenziata dal valore calante dello scontrino medio. Oggi, il 42,5 per cento del reddito familiare è assorbito da spese obbligate, come bollette, affitti, mutui, premi assicurativi, spese di trasporto e spese sanitarie, mentre vent'anni fa erano il 36 per cento”.

Meno reddito e meno libertà di spesa è l'equazione economica che nelle parole di Grassini si traduce nel fatto che “il guadagno dell'imprenditore è azzerato da vendite sempre più a basso costo e da una scellerata politica fiscale che anziché tutelare le imprese, finisce con l'affossarle con tasse che hanno di gran lunga oltrepassato la soglia di legalità”.