Il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso del Comune contro il progetto di un grande impianto fotovoltaico da circa 10 MWp lungo la via del Brennero, promosso dalla società Trina Solar Iulia. La sentenza, depositata il 30 Dicembre 2025, conferma quanto già stabilito dal Tar Toscana, ribadendo che l’attuale quadro normativo nazionale, in particolare il decreto legislativo 199 del 2021, considera quelle aree agricole come “idonee” all’installazione di impianti, riducendo di fatto il margine di intervento delle amministrazioni locali.
Una decisione accolta con amarezza dal sindaco Matteo Cecchelli, che ha affermato, "Prendiamo atto con rammarico della sentenza del Consiglio di Stato. Una decisione che, pur nel rispetto del percorso tecnico-giuridico, conferma le criticità che abbiamo evidenziato fin dall’inizio: oggi i Comuni dispongono di strumenti sempre più ridotti per tutelare il proprio territorio e il suolo agricolo".
"Abbiamo portato avanti questa battaglia con convinzione – ha aggiunto Cecchelli – perché crediamo che la transizione ecologica sia una sfida fondamentale, ma che debba essere governata. Non può essere affidata a meccanismi normativi automatici che prescindono dalla storia, dalle caratteristiche e dall’economia dei territori".
Il sindaco ha poi precisato che il pronunciamento non apre automaticamente alla realizzazione dell’opera. "È importante chiarire che la battaglia non si esaurisce con questa sentenza. L’idoneità individuata dalla normativa non equivale all’autorizzazione automatica dell’opera: non si entra oggi nella fase realizzativa dell’impianto. Ora si apre l’iter di analisi del progetto, all’interno del quale potranno essere effettuati ulteriori rilievi e valutazioni da parte degli enti pubblici e associazioni interessate".
Cecchelli ha voluto ringraziare l’avvocatura comunale e gli uffici tecnici per il lavoro svolto, sottolineando la posizione dell’amministrazione. "Siamo favorevoli alle energie rinnovabili, ma riteniamo che debbano essere collocate prioritariamente su tetti, aree industriali dismesse o superfici già compromesse, non su terreni agricoli che rappresentano un patrimonio identitario, produttivo e ambientale".
Infine, l’appello alle istituzioni: "Rivolgiamo un appello al Governo e alla Regione affinché si superi questa fase transitoria e si restituisca ai Comuni la possibilità di individuare con chiarezza le aree idonee e non idonee. Solo così sarà possibile coniugare davvero sviluppo energetico, tutela del territorio e rispetto delle comunità locali".