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Scavi a San Rossore, firmato protocollo

Ente Parco, Soprintendenza e Università si sono accordati per approfondire gli studi sui reperti rinvenuti dagli scavi vicino a Cascine Nuove

Si aprono nuove prospettive per il sito archeologico nel meandro di San Rossore. Con la firma dell’intesa Parco, Soprintendenza e Dipartimento di scienze della terra formalizzano il rapporto di collaborazione scientifica già avviato negli ultimi mesi dello scorso anno, per dare vita ad un vero e proprio scavo archeologico nell'area vicina a Cascine Nuove, dove, verso la fine del 2013, sono stati trovati dei reperti che potrebbero essere ricondotti al monastero di epoca medievale di San Lussorio.

Potranno partecipare alle operazioni studenti universitari, laureandi e volontari, mentre ognuno dei vari enti coinvolti collaborerà con le proprie competenze, per sviluppare congiuntamente le varie attività che si renderanno necessarie, tra cui l’organizzazione di eventi, la realizzazione di pubblicazioni e l’elaborazione di progetti di ricerca in comune, anche a carattere internazionale.

 Per la ex tenuta presidenziale e l’area protetta regionale potrebbero così aprirsi nuove prospettive di valorizzazione, anche in chiave storica e culturale: uno studio presentato nel 2013 dai ricercatori del Dipartimento di Scienza della terra ha infatti permesso di mettere in luce una struttura muraria tagliata dall’antico “fosso delle Murelle” e legata a una seconda struttura ortogonale posta sulla sponda settentrionale dello stesso fosso. I materiali ceramici in associazione alle murature collocherebbero le strutture in un periodo compreso tra la fine del XIV secolo e il primo Cinquecento.

Le testimonianze storiche e iconografiche e i documenti a disposizione degli studiosi, anche in considerazione del fatto che l’area interna al meandro non è mai stata abitata in epoca recente, restringerebbero il campo delle ipotesi sull’identificazione delle strutture sinora individuate alla casa colonica di “Schotto/Stoldo da Varna”, edificata in periodo tardo medioevale su quelli che erano i terreni del Capitolo della Cattedrale di Pisa, o ai resti del primo monastero di San Lussorio, fondato nel 1084 e abbandonato verso la fine del XIII secolo o agli inizi del XIV. Le reliquie del Santo furono qui conservate dai monaci benedettini già presenti nei territori della tenuta, che da allora prese il nome del martire, poi ribattezzato, nel linguaggio popolare, “San Rossore”.