Da qui l'accusa di peculato. Avrebbe cioè portato fuori dal luogo di lavoro bisturi, aghi, filo e altro materiale di proprietà dell'azienda ospedaliera pisana per la quale lavora come chirurgo.
Usati come? Per praticare sesso estremo con una 40enne livornese, anche lei dipendente ospedaliera, che ha detto da subito di essere stata consenziente. Dove? Nella clinica, in studi privati, in un camper.
La passione per l'hard è stata scoperta casualmente: una chiavetta usb, con le riprese di un rapporto "particolare", rimasto nel camice mandato a lavare, un addetto alla pulizia che si insospettisce vedendo le immagini e chiama i Carabinieri temendo una violenza sessuale.
Le indagini invece fecero emergere una rapporto consensuale tra persone adulte, con l'unico guaio della strumentazione usata, con l'azienda ospedaliera che si è costituita parte civile.
L'udienza si svolgerà ai primi di novembre per arrivare rapidamente a sentenza.