Cronaca

Don Bosco, analisi e cura si fanno a distanza

Telemedicina e telediagnostica entrano in carcere per diminuire le uscite improprie dei detenuti e curarli meglio

La telemedicina e la telediagnostica entrano nel carcere Don Bosco di Pisa, per consentire di curare al meglio i detenuti. Grazie a una delibera approvata dalla giunta regionale, una somma di 19.600 euro (il 70 per cento del costo complessivo previsto per la completa realizzazione del progetto presentato dall'azienda sanitaria pisana) sarà destinata all'azienda Usl di Pisa per questi progetti. 

Il carcere don Bosco di Pisa accoglie detenuti per ricoveri di tipo ospedaliero di bassa e media intensità, che necessitano di interventi anche di tipo chirurgico. Il centro diagnostico-terapeutico-clinico del carcere Don Bosco di Pisa è considerato a livello nazionale tra i centri clinici necessari e insopprimibili, per i quali è richiesto l'impegno delle regioni ad una loro implementazione.
Il progetto presentato dalla Asl 5 di Pisa, diretto ad attivare telemedicina e telediagnostica, si pone l'obiettivo di consentire la corretta gestione di alcune urgenze sanitarie, con modalità che possono garantire una migliore qualità dell'assistenza e ridurre il ricorso improprio a uscite esterne verso il pronto soccorso. Questo, grazie all'attivazione dei collegamenti telematici e all'acquisto di apparecchiature necessarie per la lettura, registrazione e refertazione dei parametri clinici dei pazienti detenuti ricoverati e affetti da pluripatologie.