Politica

Teoria gender nelle scuole, il no di Forza Italia

I consiglieri comunali firmano la richiesta di referendum sulla Buona scuola: "Un atto dovuto"

Da sinistra: Giovanni Garzella, Mirella Bronzini, Gino Logli, Riccardo Buscemi

“L’inserimento di un approccio di genere nella pratica educativa e didattica” contenuto nella legge Buona scuola fa infuriare gli animi dei consiglieri comunali del Gruppo Pdl - Forza Italia Mirella Bronzini, Riccardo Buscemi, Giovanni Garzella e Gino Logli  che comunicano di avere depositato la propria firma alla richiesta di referendum per l'abolizione della riforma.

“Un atto dovuto -dichiarano i consiglieri azzurri- dopo la discussione in Consiglio comunale ed il nostro voto contrario alle mozioni promosse dai partiti di sinistra e centro sinistra a favore dell’educazione alle differenze, non certo per una nostra posizione omofoba ed intollerante, ma perché legittimamente contrari all’educazione alle differenze di genere e al contrasto agli stereotipi di genere nelle scuole di ogni ordine e grado promossa dall’Amministrazione comunale. Riteniamo che tale atteggiamento attenti pericolosamente al concetto di famiglia tradizionale, introducendo subdolamente ed ambiguamente, anche confidando sulla buona fede dei genitori degli alunni, nuovi modelli familiari”.

Proseguono i consiglieri: “Vogliamo avere il diritto di dissentire da questa impostazione, e soprattutto vogliamo difendere il diritto di chi vuole dissentire"

"Non possiamo non esprimere solidarietà alle vittime dei recenti episodi di intolleranza avvenuti anche nella nostra città -commentano-. Ci riferiamo alla contestazione subita a febbraio dai Giuristi per la vita riuniti a convegno nel seminario di Pisa e alla pacifica protesta lo scorso maggio delle sentinelle in piedi contro il Ddl Cirinnà sulle Unioni Civili interrotta duramente da 250 giovani appartenenti a decine di movimenti, collettivi e associazioni. Atteggiamento gravemente intollerante e prepotente, condito ad un mai tramontato anticlericalismo di vecchia maniera.”

Concludono Bronzini, Buscemi, Garzella e Logli: “La discussione delle mozioni pro-gender in Consiglio Comunale fa da apripista al rilancio in grande stile del Registro delle Unioni Civili portato avanti dalla maggioranza di Palazzo Gambacorti. Certo il tema delle tutele di situazioni di fatto diverse dalla famiglia ci preme e deve essere affrontato, ma non certo nella modalità promossa sia a livello nazionale che a livello cittadino.”