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Jihad, "Jalal è pericoloso, non scarceratelo"

Il pm ha motivato così davanti ai giudici del riesame il suo ricorso contro gli arresti domiciliari a El Hanaoui in carcere per istigazione alla jihad

"Non scarceratelo, è un soggetto pericoloso. Se non volete vedere la sua foto sul giornale per qualche attentato, tenetelo in carcere". Queste le parole del pubblico ministero Angela Pietroiusti davanti ai giudici del tribunale del riesame. 

Pietroiusti ha motivato il suo ricorso contro l'ordinanza della corte d'assiste di Pisa che aveva concesso gli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico a Jalal El Hanaoui, marocchino di 26 anni, residente a Ponsacco, accusato di istigazione alla Jihad attraverso Facebook

Secondo il pm, El Hanaoui, deve restare in carcere perché potrebbe "Commettere reati e perché ha dimostrato di essere pericoloso: nella sua cella è stata trovata una grattugia limata a mo' di arma". 

Su questo punto la difesa dell'imputato ha dato battaglia spiegando che quell'oggetto, anche in base alla sua ossidazione, sembra essere rimasto lì da molto tempo prima dell'arrivo di Jalal El Hanaoui. 

Il presunto jihadista ha reso anche dichiarazioni spontanee riferendo di "vivere una condizione psicologica estrema" perché "da innocente divido la cella con persone che hanno compiuto reati gravissimi". 

Jalal El Hanaoui davanti ai giudici ha detto che ha sempre condannato gli attentati che hanno insanguinato l'Europa e non solo l'Europa e non ho mai aderito alle idee dell'Isis.