Cronaca

Stroncato maxi-traffico illegale di scarti tessili

È di 8 ordinanze di misura cautelare, 34 indagati e sequestri il bilancio dell'operazione che ha smantellato la filiera illegale dei rifiuti speciali

Lo smaltimento illecito di scarti tessili aveva propaggini fino all'estero nella filiera che gestiva il maxi-traffico di rifiuti speciali scoperta e smantellata con l'operazione Tex Majhong che stamani all'alba ha portato all'esecuzione di 8 ordinanze di misura cautelare, 34 indagati a vario titolo, perquisizioni e sequestri in varie manifatture cinesi della provincia di Prato, e nelle province di Pisa e Pistoia in Toscana e poi tra Bassano del Grappa e Pesaro Urbino. 

L'operazione si inquadra nell'ambito dell'inchiesta diretta dal procuratore capo di Firenze Giuseppe Creazzo e coordinata dal sostituto procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia Leopoldo De Gregorio. Le ordinanze sono state emesse con l'accusa di associazione a delinquere dedita al traffico e smaltimento illecito di rifiuti. Sono state eseguite perquisizioni e sequestri, con un provvedimento emesso dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Firenze. 

Sono in tutto 34 gli indagati a cui vengono contestati reati a vario titolo. I più gravi, associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti su tutto il territorio nazionale e traffico transfrontaliero di rifiuti verso paesi dell'Unione europea vengono rivolti nei confronti di cittadini italiani e cinesi. 

L'indagine è stata innescata da accertamenti svolti nel 2018 dalla polizia municipale di Prato. All'epoca gli agenti rinvennero etichette di abbigliamento, provenienti da ditte del proprio territorio, all'interno di cumuli di rifiuti abbandonati a Cascina, in provincia di Pisa.

Da una prima individuazione di un nucleo di tre persone, attraverso le attività di indagine si è giunti a definire un mosaico complesso di intrecci e relazioni, derive contabili e documentazione in cui gli scarti via via trasportati su stradine secondarie, così da evitare posti di blocco, perdevano lo status di rifiuto senza che ve ne fosse il presupposto. Le autorizzazioni, infatti, erano inesistenti.

L'appoggio per abbandonarli erano capannoni industriali dismessi, in luoghi appartati, che venivano affittati per qualche mese. Sono stati individuati e sequestrati fra le province di tra le province di Prato, di Pistoia e Pesaro Urbino.

Le attività di indagine sono state effettuate dalla sezione di polizia giudiziaria della Procura, aliquota Polizia Provinciale, diretta dal commissario Alessandro Boucci, congiuntamente alla polizia municipale di Prato, con gli ispettori Michele Maionchi e Daria Malagigi. Per la messa a segno dell'operazione arriva il plauso del sindaco di Prato Matteo Biffoni.