Attualità

I Cobas scrivono a Marconcini

Il sindacato di base critico nei confronti del presidente Geofor: "E' compiaciuto per il passaggio a Reti ambiente, ci saremmo aspettati più realismo"

Cobas preoccupati per il passaggio di Geofor in Reti ambiente. Il sindacato di base ha scritto al presidente Paolo Marconcini: "Martedi' 19 aprile - hanno detto i responsabili di Cobas igiene ambientale - si terrà l'assemblea straordinaria di Geofor per adottare il nuovo e provvisorio statuto societario in attesa che Geofor
confluisca in Reti ambiente , una società al 55 per cento pubblica formata da un centinaio di comuni toscani".
"Nella lettera inviata dal presidente Marconcini all'utenza - hanno proseguito - leggiamo una sorta di compiacimento per il percorso avviato, da parte nostra non possiamo che denunciare il fatto che per i lavoratori degli appalti non ci saranno le stesse garanzie assicurate ai dipendenti delle aziende partecipate, i primi continueranno ad essere alla mercè del Jobs act inquadrati ancora con contratti sfavorevoli, salari da fame e orari piu' lunghi".

Secondo il sindacato di base ci sono rischi precisi per i lavoratori: "La costituzione di Reti ambiente lascia nell'igiene ambientale una vasta area di lavoro sottopagato, per questo ci saremmo attesi dal presidente Marconcini meno ottimismo e un po' più di realismo soprattutto alla luce dei dati sui media che confermano le perdite, pagate con i soldi della cittadinanza, dell'inceneritore di Ospedaletto".

Per Cobas c'è un passaggio preciso che è contradditorio: "Siamo certi che la pubblicizzazione di Geofor sia un fatto importante, peccato che da qui a un anno e mezzo questa operazione sia vanificata dalla vendita del 45 per cento di quote ad un soggetto privato che farà il bello e il cattivo tempo nella Regione Toscana gestendo a tutti gli effetti Reti ambiente, una grande società, lo ripetiamo, a maggioranza pubblica ma gestita da un privato. Dopo tanto sforzo, sarebbe valsa la pena di perseguire un altro obiettivo: una società interamente pubblica e non la cessione del 45 per cento delle quote a un privato".