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San Giovanni rivuole il Castellare così com'era

Durante la festa del paese la cerimonia della posa della prima pietra, per la ricostruzione dell'oratorio andato distrutto un anno fa

A un anno di distanza dall'esplosione e dal conseguente incendio che hanno distrutto l'oratorio del Castellare di San Giovanni alla Vena, la posa della prima pietra del nuovo edificio, il primo maggio alle 16,30, dopo il rosario davanti alla grotta di Lourdes in Castellare, commuove, coinvolge e rallegra una comunità intera. 

Un anno di impegno, di solidarietà, di iniziative, di cene, di raccolte fondi, di donazioni, non è passato un giorno senza che a San Giovanni alla Vena e in tutto il Comune si cercasse di sanare quella ferita in cima al monte, di un luogo caro a tutti, anche oltre il territorio comunale, e di ricominciare a costruire il nuovo chiesino che "sarà uguale al precedente" assicura il parroco don Giampaolo Manzin.

La posa della prima pietra, alla presenza di don Manzin, del Comitato Castellare, del sindaco Juri Taglioli e della giunta e sicuramente di molti cittadini, sarà sicuramente il momento clou della consueta Festa del Castellare che quest'anno può tornare a respirare la stessa atmosfera di gioia e attesa dello spettacolo dei fuochi pirotecnici e della Festa di Santa Croce.

"Ancora una volta come Comitato - scrive in una nota il Comitato del Castellare - sentiamo il bisogno di dire grazie. Per la solidarietà e la vicinanza che ci avete dimostrato in questo anno in cui l'Oratorio è andato distrutto. Ci siete stati vicini con le parole, ma anche con le vostre offerte. La posa della prima pietra sarà un gesto concreto della nostra volontà di rivedere la bianca facciata del chiesino dominare, con la croce, sul nostro paese".