Attualità

Il terzo settore e la festa del volontariato

Il deputato Federico Gelli, presidente del Cesvot, parla di Vecchiano come luogo simbolo del volontariato e spiega la riforma del Terzo settore

Federico Gelli ( a destra ) col sindaco di Vecchiano

“Vecchiano è un luogo simbolo del volontariato. Qui sono attive tante associazioni che vedono impegnati molti cittadini con un solo scopo: mettere a disposizione degli altri un po’ del proprio tempo. Il volontariato unisce e mobilita spesso molto più della politica”. Così Federico Gelli, deputato pisano del Partito Democratico e presidente regionale del Cesvot, in occasione dell’intervento di ieri sera durante il Consiglio comunale aperto a Vecchiano, dov’era stato invitato a parlare della riforma del Terzo settore. Un incontro che ha dato il “la” alla Festa del Volontariato vecchianese, patrocinata proprio dal Cesvot.

“Il Terzo settore è un mondo che sta a metà tra il pubblico e il privato e col tempo è diventato sempre più importante e riconosciuto. Basti pensare che negli ultimi dieci anni è il settore che è cresciuto di più. L’approvazione della legge delega e i numerosi decreti attuativi entrati in vigore e che ne trattano i dettagli hanno permesso al nostro Paese di avere per la prima volta una vera e propria riforma del Terzo settore”.

Il codice unico del Terzo settore, l’istituzione del servizio civile universale esteso anche ai cittadini stranieri residenti, la nascita dell’impresa sociale, la fondazione Italia Sociale per evitare la dispersione delle risorse, la semplificazione della normativa fiscale e l’istituzione di misure di supporto, tra cui strumenti di finanza sociale e agevolazione delle donazioni, la regolamentazione del cinque per mille. Sono tanti i contenuti della riforma toccati da Gelli. “Spesso le associazioni – ha concluso – chiedono più coraggio ai legislatori dal punto di vista delle agevolazioni fiscali per facilitare spese fondamentali e per nulla banali come, ad esempio, l’acquisto di un mezzo di soccorso. E hanno ragione. Una legge può essere corretta, soprattutto se i diretti interessati, sentendosi ascoltati, partecipano al dialogo e pongono questioni molto importanti. È la direzione giusta e la percorreremo insieme”.