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Cronaca martedì 28 aprile 2015 ore 12:44

Contraffazione, maxisequestro e 5 indagati

E' il risultato dell'operazione Speedy Bag: il reato è quello di fabbricazione di prodotti con marchi contraffatti e ricettazione



PISA — Nella giornata di ieri si è conclusa un’importante operazione anticontraffazione condotta dalla Polizia di Stato di Pisa, che ha portato al deferimento in stato di libertà di 5 cittadini senegalesi per il reato di fabbricazione di prodotti con marchi contraffatti e ricettazione, nonché al sequestro di oltre 500 articoli, per un valore complessivo che si aggira intorno ai 30mila euro.

Gli uomini della Squadra Volante, diretti dal Commissario Nocita, hanno svolto nei giorni scorsi una lunga attività di osservazione nelle zone turistiche del capoluogo pisano, al fine di individuare venditori itineranti di articoli con marchi contraffatti che, con la loro illecita attività, danneggiavano irrimediabilmente i profitti degli onesti commercianti della città. Una “concorrenza” spietata, che vedeva in alcune zone del capoluogo spesso contrapposta all’onestà di molti esercenti, venditori stanziali o itineranti di prodotti di marchi non famosi a prezzi modici, la disonestà di pochi, che accumulavano profitti attraverso la vendita di prodotti con griffe contraffatte; magari di qualità più scadente dei prodotti “non di marca”, ma senza dubbio con maggiore appeal commerciale.

L’attenzione degli investigatori si era concentrata su alcuni cittadini di nazionalità senegalese, dediti in punti strategici della città alla vendita di articoli - principalmente borse- di dubbia autenticità. Sono iniziati, così, i primi riscontri investigativi e le identificazioni dei soggetti coinvolti.

A quel punto, il Pubblico Ministero titolare delle indagini dr. Giampaolo Melchionna ha disposto che si procedesse a perquisire le abitazioni degli indagati.

All’alba di ieri è scattato il blitz della Polizia: gli uomini della Squadra Volante hanno fatto irruzione in due abitazioni di piazza Caduti di El Alamein e di via Umbria.

All’interno dei due appartamenti, i poliziotti si sono trovati di fronte ad un vero e proprio “atelier del tarocco”: centinaia e centinaia di articoli tra cui, jeans, camicie giubbotti, occhiali, scarpe, portafogli e, soprattutto, borse; tutti rigorosamente contraffatti. Gucci, Armani, Prada, Fred Perry, Mickeal Kors, Louis Vuitton, Peutery, Colmar e tante altre.

Complessivamente, sono state sottoposte a sequestro circa 250 borse, 100 giubbotti, 20 paia di scarpe e 200 tra camicie, jeans, maglioni e portafogli.

Ma vi è di più. All’interno delle abitazione, gli investigatori hanno avuto conferma di un sospetto già maturato nel corso delle indagini.

Infatti, in entrambe sono state rinvenute e sequestrate due macchine marchiatrici a caldo con ancora inseriti i timbri falsi delle griffe, di un valore oscillante tra i 500 e i 2mila euro. Una, addirittura, all’atto della perquisizione era ancora accesa e aveva smesso di funzionare da poco.

Sono state sequestrate, anche, numerose borse prive di marchio che si trovavano accanto alle macchine punzonatrici, pronte ad essere griffate.

Tale rinvenimento dimostra il “salto di qualità” che, alcuni cittadini stranieri dediti alla vendita di merce contraffatta, hanno fatto nel corso degli anni.

Se, in passato, tali soggetti attingevano dal mercato partenopeo e da quello cinese, leader nel settore del falso, i prodotti poi destinati alla vendita, adesso, alcuni tra questi, acquistano articoli privi di marchio, principalmente borse, per poi aggiungerlo in seguito. Una procedura che, sicuramente, comporta un abbattimento dei costi del contraffattore, comportandone un relativo aumento dei profitti.

Linda Giuliani
© Riproduzione riservata


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