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Lavoro mercoledì 12 marzo 2014 ore 19:23

Donne e straniere, sono le ambasciatrici del Made in Pisa

Le trovi nei campi o a gestire agriturismi: è loro quasi un'impresa agricola su due



PISA — Sono donne e imprenditrici agricole. Molte sono anche straniere. E a loro nome è la metà delle imprese agricole in provincia di Pisa.
Herta, ex architetto austriaco, alleva asini e gestisce un agriturismo a Campiglia Marittima. Kerstin, tedesca di Francoforte, produce vino e olio a Ponsacco. Arriva da Bucarest Cristina Oancea: a Montecatini Val di Cpecina coltiva cereali. Affascinati dalla Toscana, sono sempre più gli stranieri che nella campagna pisana, tra Volterra e la Maremma, hanno messo radici e si sono dedicati all’agricoltura.
Secondo Coldiretti Pisa dal 2006 le imprese agricole straniere che operano nella nostra regione sono cresciute del 15,1 per cento, di queste, quasi la metà, il 43 per cento, sono gestite da donne (dati Inea-Infocamere).
Herta, Kersten e Cristina sono solo tre delle 1.030 imprenditrici agricole straniere diventate ambasciatrici dei nostri prodotti nel mondo e che attraverso l’agricoltura e il lavoro si sono costruite un percorso di integrazione, parità sociale ed indipendenza economica riuscendo a far coincidere i tempi della vita con quelli del lavoro. A fianco di un Made in Tuscany che passa in mani straniere lasciando solo le braccia in Toscana mentre mente, cuore e cassaforte stanno altrove, c’è un Made in Tuscany che viene da lontano e che contribuisce, ogni giorno, con fatica e sudore, al primato del nostro agroalimentare. “L’agricoltura, più di altri settori della nostra economia – ha spiegato Laura Chiellini, Delegata Provinciale Donne Impresa – sta dimostrando una forte predisposizione a rispondere alle aspettative delle donne che hanno l’occasione di essere veramente protagoniste dell’impresa che guidano o in cui collaborano. L’agricoltura è un percorso che ha facilitato il desiderio di emancipazione sociale ed economica favorendo la crescita cultura del territorio. L’ingresso progressivo delle donne nell’agricoltura - sottolinea la Chiellini - ha certamente dato un forte impulso all’innovazione che ha caratterizzato il settore con l'ampliamento delle attività ad esso connesse come la trasformazione dei prodotti, la nascita del settore dell'agribenessere, il recupero di antiche varietà, le fattorie didattiche, gli agriasilo, l’adozione di piante e animali on line e tante altre innovazioni”. Una parte della fortuna della regione del buon cibo e del buon vivere, dell’ospitalità e della cura del territorio, dell’immagine e della pubblicità è merito - anche - di questa piccola ed intraprendente fetta di imprese che parla “un'altra lingua”.
La capacità di adattamento al nuovo contesto di vita e di integrazione culturale ha fatto poi il resto. Attive principalmente nel settore del turismo rurale, le imprenditrici rosa che arrivano da lontano hanno sviluppato, a fianco di una pronunciata ricettività turistica, un naturale e conseguente legame con i prodotti tipici del territorio a cui aggiungere, non di rado, un tocco di personalità.
“La multifunzionalità è la caratteristica principale delle aziende agricole condotte da donne. Queste imprese generano occupazione perché sviluppano attività particolari che si affiancano a quella principale per fornire un prodotto o un servizio particolare. La capacità di coniugare la sfida con il mercato, il rispetto dell'ambiente e la qualità della vita a contatto con la natura sembra essere – analizza Coldiretti - una delle principali ragioni della presenza femminile nelle campagne. Un impegno che è, infatti, particolarmente rilevante nelle attività più innovative e multifunzionali come dimostra il protagonismo delle donne nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica, negli agriturismi o nelle associazioni per la valorizzazione di prodotti tipici nazionali come il vino e olio.

Dai più tradizionali, come vino all’olio, preferibilmente di qualità e certificati, fino alle coltivazioni più diverse e “curiose”, la campagna toscana è piena di belle storie di donne che hanno lasciato il paese di origine per vivere in campagna. Appartengono a culture e tradizioni diverse ma sono state, per certi versi,pioniere nell’anticipare i tempi di un’immigrazione che ha contribuito all’eccellenza del Made in Tuscany nel mondo.


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