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Politica sabato 11 novembre 2017 ore 11:49

Daspo urbano, Articolo1-Mdp fa le sue richieste

Le perplessità di Articolo1-Mdp sulle modifiche al regolamento di polizia municipale proposte dall'amministrazione si concentrano sulla legge Minniti



PISA — Il fatto che Articolo1-Mdp di Pisa concentri i propri dubbi sull'introduzione del Daspo urbano a Pisa sulla legge che lo permette, la legge Minniti, suona come un'apertura verso il Pd, che spera nei voti dei due consiglieri fontanelliani per far passare il provvedimento.

La puntualizzazione del movimento di centrosinistra arriva in un momento di piena discussione e contrattazione politica. La modifica al regolamento di polizia municipale, infatti, dopo la presentazione da parte del comandante Michele Stefanelli è ancora all'ordine del giorno della commissione, in attesa dell'approdo in consiglio comunale previsto per il 23 novembre.

Per Articolo1-Mdp la delicatezza del tema impone una riflessione attenta, rifiutando "approcci demagogici, pregiudiziali o retorici",  per arrivare "a mettere in campo interventi mirati e realmente efficaci".

"La sicurezza urbana - recita il documento approvato dal coordinamento cittadino del partito - quale 'bene pubblico che afferisce alla vivibilità ed al decoro delle città', così come definito dalla legge medesima, riteniamo debba essere tema centrale e di primaria importanza nelle politiche sociali di ogni amministrazione, in particolare in un'ottica di tutela delle fasce di popolazione che, per ragioni sociali o economiche, sono più esposte ai rischi connessi al degrado urbano e alla microcriminalità".

Così il partito auspica, ma di fatto richiede, che il Daspo urbano sia accompagnato da una "adeguata risposta alle legittime ed effettive esigenze di sicurezza dei cittadini", per evitare "una inutile dispersione di risorse (umane ed economiche)".

Le perplessità di Mdp sulla legge Minniti sono sostanzialmente tre. Primo, "la previsione di una sanzione amministrativa a carico di coloro che impediscono l'accesso o la fruizione delle zone individuate dalla legge e dal regolamento di polizia municipale appare del tutto inefficace quale misura deterrente nei confronti di soggetti che nella quasi totalità delle ipotesi si trovano in condizioni economico-sociali già compromesse e che dunque, in ogni caso, sarebbero oggettivamente impossibilitati ad adempiere. Simili soluzioni rischiano peraltro di risultare particolarmente inefficaci essendo destinate a colpire solo gli ultimi anelli - spesso a loro volta oggetto di forme esasperate di sfruttamento - di catene ben più articolate di microcriminalità (si pensi ai vari fenomeni di accattonaggio e di spaccio di sostanze stupefacenti)".

Secondo dubbio: "Ricomprendere nei 'luoghi particolari' di cui all'art. 9 della legge 48/2017 ogni area che presenta criticità in materia di degrado urbano e di pubblica sicurezza, senza operare le necessarie distinzioni con riferimento alla loro estensione, alla frequentazione ed alle problematiche specifiche, e svincolando altresì l'applicazione della legge stessa ai criteri da essa previsti (siti scolastici o universitari, luoghi museali e artistici o comunque zone interessate da flussi turistici), rischia di rendere, oltre che illegittime, del tutto inefficaci le misure adottate. Si palesa, inoltre, un’ulteriore criticità: quella di aggravare situazioni di rischio per la cittadinanza più esposta, disperdendo energie fondamentali per il presidio dell’intero territorio urbano, non solo limitato al più ristretto contesto del centro storico.

Terzo ed ultimo dubbio. Per Articolo1-Mdp è  evidente come, "senza un adeguato investimento di risorse, sia impensabile che gli agenti di polizia municipale possano efficacemente coprire l'intera area urbanaricompresa all’interno delle mura; d'altra parte è assolutamente da evitare il rischio di ritenere l'intervento degli agenti di polizia municipale, così come dettagliatamente descritto dall'art. 10 della legge, sostitutivo di quello delle forze dell'ordine, specificamente diretto alla prevenzione e repressione degli episodi di microcriminalità che costituiscono la causa principale del degrado di alcune zone".

Elencate le perplessità, la richiesta avanzata all'amministrazione comunale apparte chiara. "Articolo uno-Mdp ritiene - conlcude la nota - che qualunque intervento in materia di tutela del decoro urbano debba necessariamente accompagnarsi alla ferma volontà dell'Amministrazione di contribuire all'attuazione di quegli interventi integrati di cui all'art. 4 della legge, di riqualificazione e recupero delle aree o dei siti degradati, di eliminazione dei fattori di marginalità e di esclusione sociale, di prevenzione della criminalità e di promozione del rispetto della legalità e di affermazione di più elevati livelli di coesione sociale e convivenza civile, senza distinzione alcuna tra centri e periferie urbane. Questo al fine di offrire alla città soluzioni realmente efficaci e scevre da approcci demagogici e ideologici, per l’attuazione di politiche integrate di sicurezza sociale e decoro cittadino all’altezza delle complessità del nostro tessuto urbano".


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