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Politica venerdì 03 gennaio 2020 ore 08:29

Edicola rimossa, coro di critiche

Il Comune di Pisa ha rimosso, proprio nel giorno di Capodanno, l'edicola di Borgo Stretto confiscata alla mafia. Polemiche politiche



PISA — "Sono sconcertata dalla notizia della rimozione dell'edicola di Borgo Stretto, confiscata alla mafia e poi gestita con sacrificio da Libera fino alla definitiva chiusura da parte del Comune di Pisa”. Commenta così la consigliera regionale Irene Galletti ( M5s ) l'improvvisa rimozione della storica edicola.

"L'associazione Libera in questo tempo aveva tenuto in piedi questo simbolo della presenza silente e micidiale della criminalità organizzata in terra toscana, finché una mattina non ne è stata trovata più traccia, senza che l'associazione ne sia nemmeno stata informata. Davvero irrispettosa la modalità: di nascosto, senza coinvolgimento di chi l'ha mantenuta attiva come luogo di riscatto. L'hanno fatta sparire come la mafia fa scomparire un testimone scomodo, a dirla tutta”. 

"L'edicola era un simbolo di legalità, un bene confiscato dopo una operazione anti-mafia che interessò Pisa nel 2013. Dalla sera alla mattina non esiste più un riferimento a testimonianza che anche nella nostra Toscana non si deve abbassare la guardia contro l'infiltrazione mafiosa. Un luogo che l'associazione Libera aveva restituito alla città. Ricordo l'inaugurazione alla quale partecipai come presidente della Provincia insieme a Don Luigi Ciotti.
Perché è successo questo?!", chiede l'altra consigliere regionale Andrea Pieroni ( Pd ).

Olivia Picchi, consigliera comunale Pd:"Non era forse possibile rilanciare e provare a fare un intervento che ne valorizzasse il significato? Evidentemente no, non sta nelle corde della Lega. D'altronde nel Dup e nel bilancio appena approvato da Conti & C. non ci sono previsioni di azioni sul tema e hanno bocciato gli emendamenti presentati da me e dal capogruppo Pizzanelli che prevedevano investimenti nel settore cultura, legalità, diritti. L'incontro fra i ragazzi di Libera e i capogruppo in occasione della laurea honoris causa che l'Unipi ha conferito a Don Ciotti si è svolto solo per le pressioni della minoranza. Su iniziativa di Francesco Auletta presenteremo come minoranze la richiesta di discussione in Consiglio Comunale e insieme alla consigliera Scognamiglio porteremo la discussione anche nelle commissioni deputate".


"Con un gesto di una prepotenza senza precedenti, l’amministrazione Conti ha aspettato le feste natalizie per cancellare, possibilmente nel silenzio, il simbolo della lotta alla criminalità a Pisa. Simbolo che esiste perché, purtroppo, la criminalità organizzata nella nostra città è presente: ricordiamo, infatti, che l’edicola in Borgo Stretto era stata confiscata alla mafia.
Per difenderla, oltre alla cittadinanza, si era mobilitato addirittura Don Luigi Ciotti, ospite della nostra città lo scorso maggio. Il Sindaco per l’occasione si era fatto anche fotografare insieme a lui, proprio lì davanti, per rassicurare i molti che si erano attivati per difendere un bene dal così alto valore simbolico.
Sappiamo che Libera non è stata minimamente coinvolta, né avvisata. E pertanto non esitiamo a definire vile questo atto, che prova a delegittimare la lotta alla mafia, privando la città di uno dei suoi maggiori simboli", dice Diritti in Comune.

Sulla vicenda si è espresso anche Don Armando Zappolini:"Chi ha paura della memoria non ha dignità. Dietro ai simboli della lotta contro la mafia ci sono le vite e spesso le morti di tante persone, uomini delle istituzioni, cittadini, sacerdoti. Calpestare il loro sacrificio non è questione politica, ma segno di barbarie e di inciviltà. Scegliere da che parte stare è cosa di persone libere. È evidente che non tutti lo sono. Noi restiamo nella nostra strada... La storia metterà tutti al posto che meritano."

"Non c’è bisogno di tenere una carcassa di ferro degradata che ostruisce il passaggio in una delle assi pedonali principali della città di Pisa (Borgo Stretto), per testimoniare la lotta alla mafia. Noi - a differenza del Pd - abbiamo dato una delega specifica al ‘contrasto alle mafie’ ad un assessore che prima non c’era.
Serve l’Antimafia dei fatti e non delle chiacchiere sterili a vuoto", ha scritto su facebook il deputato leghista Edoardo Ziello, ricevendo la risposta della consigliera regionale Alessandra Nardini ( Pd ):""Eccolo, immancabile, l'intervento scomposto dell'Onorevole Ziello sull'edicola-simbolo dei beni confiscati alla mafia rimossa dal giorno alla notte, il Primo dell'anno, da Borgo Stretto.

Ancora nessuna spiegazione per questa azione dalle modalità inaccettabili, condotta come un'imboscata. Anziché preoccuparsi di chiarire, il solito Ziello parla di una "carcassa di ferro degradata", che dunque va semplicemente rimossa come si farebbe con una fioriera rovinata; per lui non rientra tra i doveri di chi siede nelle istituzioni favorire soluzioni affinché i simboli di legalità e antimafia possano restare vitali; un impegno, questo, assunto dallo stesso Sindaco di Pisa a maggio. Meglio rimuovere il problema, ovviamente di nascosto e senza spiegazioni.
Consiglierei all'Onorevole di dare una telefonata al Sindaco Conti e intervenire giusto se ha una spiegazione plausibile da riferire per ciò che è successo. In caso contrario, meglio un decoroso e imbarazzato silenzio".

“Aver fatto sparire di soppiatto quelll’edicola sotto i portici confiscata alla mafia, la dice lunga della cultura politica e del rispetto per la lotta alle mafie che hanno gli attuali governanti della destra a Pisa. Davvero un brutto segnale.”Lo afferma Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana-Leu dopo le polemiche scoppiate nella città toscana per la decisione dell’amministrazione comunale.“La lotta alla mafie la si fa ogni giorno - prosegue il parlamentare di Leu - con l’azione di magistratura e forze dell’ordine, con l’impegno civico, sociale e culturale dei cittadini. Ma per per far questo servono anche simboli, come era quell’edicola.Evidentemente questo impegno non è nelle sensibilità dell’attuale amministrazione, e fa bene Libera a parlare di vigliaccheria e ad indignarsi, noi comunque - conclude Fratoianni - chiederemo in Parlamento al governo che attivi il Prefetto di Pisa affinchè si faccia chiarezza fino in fondo a questa vicenda.”

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