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Attualità giovedì 23 novembre 2017 ore 11:25

Smuovere le acque, contro la violenza di genere

Bilancio positivo per il progetto, unico nel suo genere in Italia, che ha unito il gestore idrico e tre associazioni antiviolenza del territorio



PISA — Oltre 300 dipendenti coinvolti in un ciclo di 13 incontri per 700 ore totali di formazione e informazione, in 5 sedi del territorio gestito. Due grandi obiettivi. Il primo, riflettere sul tema della violenza contro le donne: scoprire le modalità e gli indicatori con cui individuarla, liberare il campo dagli stereotipi e dai pregiudizi alla base dei soprusi, mostrare i servizi e le pratiche di intervento delle associazioni. Il secondo, mettere le lavoratrici e i lavoratori del Gruppo Acque nella condizione di innescare un positivo “effetto domino”: non solo condannare la violenza, ma impegnarsi nel riconoscerla e nel contrastarla nelle esperienze quotidiane e nella società in cui viviamo.

Mercoledì 22 novembre, a Pisa, Acque SpA ha presentato i risultati di “Smuovere le Acque”, progetto interno all’Azienda svolto con le operatrici di tre centri antiviolenza toscani, impegnate in un cammino formativo rivolto ai dipendenti, per promuovere interventi di informazione e prevenzione della violenza di genere. L’iniziativa - novità assoluta nel panorama italiano dei gestori idrici e con ogni probabilità in quello dei servizi pubblici in generale - è partita con il protocollo d’intesa firmato il 23 novembre 2016, tra Acque e la Casa della donna di Pisa, il Centro aiuto Donna Lilith di Empoli e l’associazione 365 Giorni al femminile di Montecatini Terme.

Gli incontri, iniziati a maggio, sono terminati a novembre. Ad ogni appuntamento è apparsa evidente la volontà di tutti i partecipanti di contribuire attivamente alla “cassa di risonanza” sulle buone pratiche e sulle attività dei centri antiviolenza. “Siamo andati oltre l’indignazione - sottolinea Giuseppe Sardu - per non essere più testimoni passivi dei drammi che si consumano a due passi da noi”. “Smuovere le Acque” è risultato un progetto unico nel suo genere al punto da essere rappresentato tra le best practice al Festival della Pubblica Utilità 2017. “Il risultato è stato eccellente - aggiunge il presidente di Acque - e questo ci fa ben sperare che l’iniziativa possa essere d’esempio anche per altre realtà del Paese”.

“Durante gli incontri in azienda - gli fa eco Giovanna Zitiello, Casa della Donna - ci siamo soffermate sui “campanelli d’allarme” che possono anticipare una violenza, e abbiamo spiegato che tutti possono fare la loro parte per arginare un fenomeno che non riguarda un singolo o una coppia, ma l’intera società”. “La violenza - aggiunge Martina Francalanci, psicologa e collaboratrice del Centro Aiuto Donna Lilith - spesso non è “tangibile”: è psicologica, ma è qui che si gettano le basi per i soprusi fisici. Con questi incontri abbiamo provato a riconoscere questi meccanismi nascosti”. “Si è trattato di un percorso reale, genuino - fa notare Giovanna Sottosanti, 365 Giorni al femminile - Un’esperienza bellissima per mettere all’angolo la violenza”.

A chiudere la conferenza stampa, l’amministratore delegato di Acque SpA, Paolo Saccani, in carica dall’ottobre scorso ma fin da subito “estimatore” del progetto: “È stata per me una piacevole sorpresa - ammette - e non ho memoria di iniziative simili tra le aziende di pubblico servizio. Ne sono felice da cittadino, da marito e da padre, prima ancora che da dirigente. Sono orgoglioso che Acque si sia fatta promotrice di un messaggio chiaro e forte contro la violenza”.


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