Cultura

La tecnologia del futuro si presenta alla Scuola Superiore Sant’Anna

Docenti universitari, ricercatori, scienziati e "visionari" a Pisa per confrontarsi sugli oggetti destinati a migliorare la vita nei prossimi anni

Tecnologie Emergenti Future. In una parola Fet, in un'immagine Ritorno al futuro. Docenti universitari, ricercatori, scienziati e "visionari" saranno alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa 30 e 31 gennaio per immaginare e, soprattutto, per confrontarsi sulle tecnologie più innovative e di maggiore impatto sulla società e sulla vita dei cittadini, la cui qualità sarà destinata a migliorare in maniera significativa negli anni che verranno.

Un viaggio nel futuro, verso tecnologie semplici da utilizzare e dalla larga diffusione, possibile grazie a progetti di ricerca che muovono i primi passi e che arrivano alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, grazie all’ottimo posizionamento nella “geografia della ricerca” a livello europeo, nell’ambito del progetto COFET, una delle azioni finanziate dalla Commissione Europea, DG Connect.

La conferenza servirà a disegnare, in concerto con la comunità scientifica europea, i contorni dei progetti che sviluppano le tecnologie emergenti del futuro, appunto le Fet, una branca della ricerca Information communication technology che si concentra su tecnologie altamente innovative e sperimentali. Fet and the city attrarrà specialisti della ricerca e del rapporto tra ricerca e società, fra i quali Massimo Bergamasco, docente di meccanica applicata alla Scuola Superiore Sant’Anna e Fermin Serrano Sanz, ricercatore spagnolo in sistemi complessi.

“L’unità Fet – sottolinea Cecilia Laschi, delegato alla Ricerca della Scuola Superiore Sant’Anna - finanzia ricerca ad alto rischio e ad alto impatto e i progetti Fet, in cui la Scuola Superiore Sant’Anna ha una solida tradizione, mirano a innovazioni radicali, soprattutto in virtù di un approccio interdisciplinare. Con piacere il Sant’Anna accoglie le iniziative di diffusione del programma Fet che rappresenta, anche nell’ambito del nuovo programma Horizon 2020, un’ottima opportunità per proporre e per svolgere ricerca di base dal carattere interdisciplinare”.

“L’idea - spiega Erich Prem di Eutema che ha promosso l’iniziativa – è consultare in maniera diretta gli esponenti della comunità scientifica europea su come i progetti che studiano e che cercano di generare tecnologie radicalmente innovative debbano cercare il coinvolgimento di attori sociali e degli stessi cittadini”.