Cultura

Livornese e "maledetto", Palazzo Blu apre a Modì

Modigliani in mostra fino al 15 febbraio. I falsi ritrovati 30 anni fa sono a San Matteo

A 130 anni dalla nascita a Livorno e a 30 dalla burla delle tre teste ripescate in un canale. Amedeo Modigliani torna a Pisa con le sue opere, la metà delle 100 che resteranno esposte fino al 15 febbraio e con i tre celebri falsi in mostra al museo nazionale di San Matteo

Ci torna anche come Modì, maestro della scuola francese della quale fanno parte le altre opere, quelle "des amis", degli amici e colleghi che hanno fatto parte di quel contesto che impregna i Modigliani. Nonostante, come accade agli artisti di scuola francese, resti un individualista, che non segue le nuove correnti, ma che quei nuovi e diversi modi di fare arte li fa entrare nelle proprie opere, dove si vedono nitidi. 

Modì, genio e sregolatezza, bello e dannato, nella città che fa i conti con la movida, porta un evento di portata internazionale, anche grazie al Centre Pompidou di Parigi, dal quale provengono ben 70 delle opere in mostra. 

C'è tutto Modigliani, in quella mostra. A partire dal periodo livornese, nella comunità ebraica e nella prima "bottega", quella di Guglielmo Micheli, allievo di Giovanni Fattori, rappresentante importante dei “macchiaioli”. 

Una sezione indaga e mostra Modigliani, Brancusi e la scultura e un focus esplora l'ambiguo rapporto che Modigliani ebbe con il cubismo, corrente artistica alla quale si ispirerà mantenendo sempre una certa distanza. 

In mostra i grandi capolavori di artisti dell’epoca e compagni di avventure a Montparnasse tra i quali Chaim Soutine, Pablo Picasso, Marc Chagall, Gino Severini, Jacques Lipchitz. 

La mostra è organizzata da Fondazione Palazzo Blu, Centre Pompidou e MondoMostre. La curatela scientifica è affidata a Jean Michel Bouhours, accreditato studioso di Modigliani e curatore del dipartimento delle collezioni moderne del Centre Pompidou di Parigi.