"Quanto successo ci ricorda quanto sia fragile e preziosa la memoria collettiva. Proprio per questo non può diventare terreno di divisione, ma deve restare uno spazio di incontro, di ascolto reciproco e di responsabilità comune". Lo scrivono in una nota i consiglieri comunali de La città delle persone Paolo Martinelli, Gianluca Gionfriddo ed Emilia Lacroce su quanto accaduto venerdì a San Rossore durante la cerimonia per il Giorno della Memoria contro la persecuzione verso ebrei e contro ogni razzismo, organizzata nell'anniversario della firma delle leggi razziali avvenuta a Pisa nel 1938.
"Auspichiamo -proseguono- che, anziché chiudere le porte, si aprano momenti di dialogo sincero tra la Comunità Ebraica e l’Anpi perché la memoria del passato non sia piegata a contrapposizioni, ma custodita e condivisa come bene di tutti. Proprio partendo da quella memoria, come ha ricordato il presidente dell’Anpi Proviciale di Pisa, Bruno Possenti, è necessario superare l'indifferenza ieri come oggi. Crediamo sia necessario e urgente ribadire ancora una volta che tacciano le armi, si condanni ogni violenza, si fermi il massacro del popolo palestinese. Non ci sono altre strade che quella del dialogo, del riconoscimento e del rispetto reciproco, della costruzione di ponti. Abbandoniamo la polarizzazione, la logica e le parole della guerra: solo così la memoria delle ingiustizie potrà trasformarsi in un impegno comune per un presente e un futuro di pace e convivenza, a partire dalla nostra comunità".
"Cogliamo l'occasione - aggiungono i consiglieri de La città delle persone- per richiamare un bell'esempio di costruzione di un impegno cittadino comune con uno sguardo sincero sulla realtà e fondato sulla fratellanza, come è stato quello espresso nelle settimane scorse a Bologna in un incontro ed una dichiarazione congiunta tra il cardinale Zuppi ed il presidente della comunità ebraica di Bologna Daniele De Paz, attraverso un appello alle autorità italiane e internazionali, affermando anche che《Ci uniamo al grido dell’umanità ferita che non vuole e non può abituarsi all’orrore della violenza: basta guerra. (...) come ricorda il Salmo: “Cercate la pace e perseguitela” (Sal 34,15). E come insegna la sapienza antica: “Chi salva una vita, salva il mondo intero”. Ma è tragicamente vero il contrario: chi uccide un uomo uccide il mondo intero (...) Il dolore unisca, non divida; non provochi altro dolore. Dialogo non è debolezza, ma forza. La pace è sempre possibile. E comincia da qui, da noi.》