Cultura

Uno scrittore pisano finalista al Premio Strega

Classe 1982, il suo romanzo intitolato "Randagi" è ambientato in buona parte a Pisa. E' fra i sette finalisti del prestigioso premio letterario

Marco Amerighi (foto da Fb)

Superata anche la tradizionale "cinquina" dei libri finalisti al Premio Strega, quest'anno il premio letterario vede sette autori in lizza, fra quali anche un pisano. Si tratta di Marco Amerighi, 40 anni, che è in corsa con Randagi, romanzo pubblicato da Bollati Boringhieri.

Laureato in letteratura spagnola, ha conseguito un dottorato in letterature straniere moderne. Oggi vive a Milano, dove lavora come traduttore letterario per varie case editrici. Il suo primo romanzo è stato Le nostre ore contate, pubblicato da Mondadori nel 2018, mentre l'anno seguente ha pubblicato, sempre con Mondadori, Andate tutti affanculo assieme al gruppo rock pisano Zen Circus.

Nel 2021 l'uscita di Randagi, ambientato fra Pisa e Madrid. "Parla di un ragazzo - racconta Amerighi -, figlio di uno scommettitore incallito e di una donna che si crede il parafulmine delle sciagure familiari, fratello di un genio della matematica e del calcio, nipote di un eroe di guerra e di un'insegnante di pianoforte, collega di un chitarrista punk pisano che non riesce più a scrivere canzoni, amico di un francese con la passione delle nuotate notturne e dell'alcol e di una spagnola ossessionata dalla scomparsa del padre. Parla di un ragazzo solitario e senza qualità che, per quanto impegno metta nella carriera musicale, nell’università o con le ragazze, per quanto cambi città e nazione, di sé stesso non ha chiaro niente, a parte il nome, Pietro Benati, e una maledetta propensione al fallimento".

"Con una trama ricca di personaggi sgangherati e commoventi - così viene presentato il romanzo -, e una voce in grado di rinnovare linguaggi e stili senza rinunciare al calore della tradizione, Randagi è un abbagliante romanzo sulla giovinezza e su quei fragilissimi legami nati per caso che nascondono il potere di cambiare le nostre vite. Un affresco che restituisce tutta la complessità di una generazione: ferita, delusa e sradicata dal mondo, ma non ancora disposta a darsi per vinta".