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Politica martedì 26 giugno 2018 ore 09:37

La sinistra sconfitta prova a reagire

Tantissime prese di posizione all'indomani della batosta elettorale. Si punta sul civismo e il rapporto con gli elettori



PISA — Andrea Serfogli, il candidato sindaco del centrosinistra sconfitto da Michele Conti, resterà in consiglio comunale e sarà il referente dell'opposizione.

"Riparto dall’opposizione in Consiglio comunale - ha detto Serfogli - un’opposizione dura a politiche che intendo fortemente contrastare, ma sicuramente costruttiva e non pregiudiziale. Riparto anche da un contributo che non voglio far mancare alla ricostruzione del centrosinistra, dentro e fuori il Partito Democratico, tra le persone, con le persone, per le persone. Proprio come la mia squadra ed io abbiamo provato a fare durante tutta la breve campagna elettorale. Per questo, proporrò sotto un unico nome il progetto politico di cui sentiamo fino in fondo la responsabilità: Pisa democratica 2023, un'officina politica da organizzare a livello di ogni singolo quartiere della città e da esportare anche a livello regionale e nazionale, che vorrà far aprire i partiti, a partire da Pd, al civismo, all'associazionismo, ai tanti mondi che ci sono stati vicini, come il volontariato. Il nostro lavoro si dividerà tra il Consiglio comunale e, soprattutto, i quartieri. Farò opposizione esattamente come avrei fatto il sindaco: sulle strade di Pisa”.  

" Gli elettori hanno sempre ragione e se dopo averci sostenuto per tanto tempo ci hanno voltato le spalle portandoci a sconfitte così brucianti la colpa è soltanto nostra. Abbiamo perso quando abbiamo smesso di ascoltarli. Abbiamo perso quando abbiamo smesso di essere il loro riferimento e la speranza alle loro paure e ai loro bisogni. Abbiamo perso quando abbiamo sprecato le energie a litigare tra di noi al chiuso invece che ad aprire le porte delle nostre stanze per parlare con loro. Se il PD vuole avere un futuro deve ricostruire immediatamente il proprio senso di comunità e tornare ad avere una identità precisa e non ambigua in grado di riallacciare il filo coi cittadini e con il popolo che, non da oggi, si è purtroppo spezzato".

Così il consigliere regionale PD Antonio Mazzeo all'indomani della pesante sconfitta alle elezioni amministrative.

"Per fare questo - spiega - serve dare avvio, immediatamente, alla fase congressuale a livello regionale e nazionale. Dobbiamo ripartire dal coinvolgimento dei sindaci e delle centinaia di persone, di volontari, di candidati, di militanti che in queste settimane si sono messe a disposizione con passione, entusiasmo, energia. E' a loro che dobbiamo affidare il protagonismo di questa stagione nuova e al contempo dobbiamo aprire le porte del nostro partito alle tante realtà civiche e sociali che animano le nostre città. Il loro contributo può e deve essere fondamentale per iniziare l'elaborazione di un 'Laboratorio Toscana Democratica' che sia aperto e plurale e che sappia davvero recuperare il rapporto coi cittadini della nostra regione sia in vista delle elezioni amministrative del prossimo anno sia delle regionali del 2020"

"Ripartiamo dal civismo a cui scegliamo di aprirci e da un’opposizione dura ma corretta, nel merito e non pregiudiziale.Ricostruiremo il rapporto con le persone che ci hanno voltato le spalle e riconosceremo gli errori fatti: la volontà è di riaffermare politiche di buongoverno a partire dai territori, da Pisa, dalla Toscana, fino al Paese. Una lunga fase di ricostruzione che dobbiamo iniziare fin da subito.Grazie ad Andrea Serfogli, alla squadra del Partito Democratico e alle esperienze civiche che hanno camminato insieme a noi. Ripartiamo da qui: con le persone, per le persone".
E' questo il pensiero di Massimiliano Sonetti, segretario provinciale Pd Pisa

Infine l'ex deputato e sindaco di Pisa Paolo Fontanelli, ora Mdp:

"Se in una realtà territoriale contenuta come Pisa si manifesta un problema di rapporto e di relazione con i cittadini, in particolare nei quartieri popolari, e anche con il mondo delle rappresentanze economiche, sociali e culturali. Il tema del malessere e del malcontento che attraversa molte parti della nostra società lo abbiamo posto diversi mesi fa, quando abbiamo detto che affrontare le elezioni con una proposta caratterizzata dalla continuità era un errore, perché a quel disagio dovevamo dare una risposta di novità e di cambiamento. Non era il problema del nome. Non era la persona di Andrea Serfogli il punto critico. Anzi, Andrea ha fatto di più di quello che poteva. Ma era il discorso politico che richiedeva una valutazione più attenta e una apertura più grande. Forse non sarebbe bastato a bloccare la marea montante, ma certamente avremmo avuto qualche carta in più da giocare".


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