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Attualità sabato 21 ottobre 2023 ore 12:00

Dall'Eritrea a Pisa, laurea per Mehari

Il primo studente arrivato con i corridori universitari di Unicore ha conseguito la laurea al dipartimento di scienze della Terra dell'ateneo pisano



PISA — Si è laureato a Pisa il primo studente arrivato con i corridori universitari di Unicore, volti a favorire l’accesso dei rifugiati all’istruzione universitaria in Italia. Si chiama Mehari, è originario dell’Eritrea ed ha conseguito la laurea in Exploration and applied Geophysics.

Per Mehari un grande risultato arrivato dopo un lungo percorso che lo ha portato a Pisa insieme a Tesfalem, che si laureerà tra poche settimane in Computer Science and Networking. 

Il giovane ha discusso la tesi al Dipartimento di Scienze della Terra, con relatore il professor Adriano Ribolini. “È un grande giorno per me ed è bello essere circondati dalle persone che hanno supportato il progetto Unicore – ha commentato Mehari - A Pisa ho vissuto anni molto intensi, sono arrivato nel periodo difficile della pandemia ed è stata dura, ma con l'aiuto di tutti sono riuscito a raggiungere il traguardo della laurea. Adesso spero di rimanere qua, per il mio futuro spero in un dottorato oppure in un lavoro nel mio settore”.

Un traguardo, quello di Mehari, festeggiato dall'intera comunità universitaria. Alla discussione della sua tesi erano presenti il rettore Riccardo Zucchi, il prorettore per la cooperazione e le relazioni internazionali Giovanni Federico Gronchi, il referente del progetto Unicore per l’Università di Pisa Marcello Di Filippo e alcuni rappresentanti dell’Ufficio per le Relazioni Internazionali. Insieme a loro c'erano i rappresentanti dell’ampia rete di partner locali del progetto: Caritas Italiana, la Diaconia Valdese e la Chiesa Valdese, l’Associazione Sante Malatesta, i Medici con l’Africa Cuamm, il Centro Linguistico d’Ateneo, il Centro Interdisciplinare Scienze per la Pace e il Dsu Toscana, che durante tutto il ciclo di studio hanno assicurato agli studenti il supporto necessario (anche di tipo economico) e favorito il loro adattamento alla vita universitaria, in particolare nel difficoltoso periodo della pandemia. Tra questi erano presenti Francesco Paletti, responsabile degli osservatori delle povertà e delle risorse della Caritas Diocesana di Pisa, Adriana Papagna in rappresentanza della Diaconia Valdese, e Linda Graziadei del Gruppo di Pisa di Medici con l’Africa Cuamm. A complimentarsi con il neolaureato c’era anche l’ex rettore Paolo Mancarella, che dopo la firma del Manifesto delle Università inclusive, aveva aderito in maniera convinta al Progetto Unicore.

"Tramite il progetto Unicore l'Università di Pisa ha accolto due studenti rifugiati provenienti dall'Etiopia a partire dall'anno accademico 2020-21 – ricorda il professor Giovanni Federico Gronchi – Questa azione rientra a pieno titolo fra quelle realizzabili all'interno del Manifesto delle Università inclusive, promosso sempre dall'Alto Commissariato della Nazioni Unite per i Rifugiati con lo scopo di favorire l’accesso dei rifugiati all’istruzione universitaria e alla ricerca e di promuovere l’integrazione sociale e la partecipazione attiva alla vita accademica, al quale il nostro Ateneo ha aderito con convinzione"

“Siamo molto orgogliosi di festeggiare Mehari, il nostro primo laureato del progetto Unicore – ha detto il rettore Riccardo Zucchi alla fine della discussione della tesi – In questa occasione mi sento in dovere di ringraziare tutti gli enti che hanno aiutato i due ragazzi arrivati dall'Eritrea a integrarsi nella loro nuova vita a Pisa. Tutto questo dimostra ancora una volta che la missione di una università è sempre quella di favorire la crescita culturale, la conoscenza e il dialogo anche di chi proviene da situazioni difficili come i contesti di guerra. Proprio in questi giorni la CRUI, riferendosi al recente conflitto scoppiato in Medioriente, ha ricordato come le università siano, per la loro stessa natura, luogo di incontro e dialogo fra le culture, nonché di sviluppo di pensiero critico e razionale, strumenti ai quali guardare per ogni costruzione di pace”.


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