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Cronaca mercoledì 14 febbraio 2024 ore 17:30

Suicidio di un detenuto, "Servono cambiamenti urgenti"

Il fatto avvenuto al carcere "don Bosco" ripropone il problema del sistema penitenziario in tutta la sua drammaticità: "C'è bisogno di cambiare"



PISA — Un uomo in regime di semilibertà, detenuto al carcere "don Bosco" di Pisa, si è tolto la vita nella giornata di ieri, martedì 13 Febbraio.

Un episodio che, ancora una volta, ha richiamato l'attenzione sulle condizioni delle carceri non solo in città, ma anche nel resto del Paese. "Si tratta del diciannovesimo suicidio, dall'inizio dell'anno, di un detenuto - ha spiegato il segretario del Sindacato di Polizia Penitenziaria, Aldo Di Giacomo - un fatto che certifica la peggiore emergenza di tutti i tempi per il nostro sistema penitenziario".

"È da anni che si pensa di studiare il fenomeno dei suicidi con commissioni e comitati di esperti, ma i risultati sono purtroppo evidenti - ha proseguito Di Giacomo - per noi la strada è una sola: servono gesti forti, come le dimissioni di chi ha responsabilità dirette al Ministero, non certo tavoli di lavoro. Non si può giocare con le vite umane dei detenuti e del personale penitenziario che continua ad essere oggetto di aggressioni e violenze. Sono sempre le famiglie dei detenuti e del personale a pagarne le conseguenze".

Anche dalle forze politiche è arrivato il cordoglio per la famiglia dell'uomo, a cominciare dal gruppo La Città delle Persone. "È sempre importante ricordarsi che non sono soltanto detenuti, sono persone - hanno detto Paolo Martinelli, Emilia Lacroce e Gianluca Gionfriddo - alle molteplici criticità delle nostre carceri, denunciate pochi giorni fa dagli avvocati della Camera Penale della nostra città, non si sottrae certo il don Bosco. Su questi temi, di recente, abbiamo discusso con un ordine del giorno in Consiglio comunale per la realizzazione di uno sportello delle tutele sociali all’interno del carcere, che abbia quali obiettivi l’ascolto, la presa in carico, la mediazione e l'orientamento dei detenuti".

"Senza strutture, programmi adeguati e sostegno psicologico il carcere rischia di diventare un fattore scatenante o aggravante del disagio - hanno concluso - sarebbe importante che anche l'amministrazione comunale, pur non avendo competenze dirette, esercitasse un ruolo di sensibilizzazione e di pungolo. Lo abbiamo provato a sollecitare in Consiglio comunale anche in sede di bilancio di previsione, ma l'attenzione su queste problematiche è pressoché nulla".

"Una notizia che colpisce fortemente e rattrista e non può che farci riflettere sulla situazione delle carceri italiane e sulle problematiche legate alla detenzione e al reinserimento - ha affermato la senatrice Ylenia Zambito - lo Stato dovrebbe investire massicciamente sul miglioramento delle condizioni di detenzione. Le pene devono indubbiamente essere garantite e conseguentemente scontate, ma nel percorso non dobbiamo mai dimenticare la centralità della condizione delle persone".


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