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Cronaca martedì 08 luglio 2014 ore 16:15

Galilei ai privati, era scritto da più di 10 anni

Ecco la delibera del 2002: il comune di Pisa e il sindaco Fontanelli votarono l'adesione al piano aeroporti del governatore Martini



PISA — Nessuno sapeva niente e tutti avrebbero voluto che l'aeroporto restasse pubblico. O forse no? Corporacion America ha la maggioranza delle quote Sat e come prima cosa ha chiesto un nuovo Consiglio di amministrazione: ufficializzate le candidature, i nuovi vertici della società che gestisce il Galilei li sceglierà l'assemblea dei soci il 30 luglio prossimo.

In un piano che non è tutto o solo opera di Corporacion America: il percorso di privatizzazione parte da lontano. Era il 2002 quando il comune di Pisa guidato dal sindaco Paolo Fontanelli approvò una delibera (vedi allegato) nella quale c'era scritto “Si valuta opportuno procedere alla cessione di una quota maggioritaria delle partecipazioni pubbliche nelle società aeroportuali toscane a soci privati” per rafforzarne le capacità imprenditoriali.

Ed era il 1999 quando il governatore della Toscana Martini presentava l'accordo tra Regione, Province, Comuni, Camera di Commercio, associazioni di categoria e soci privati di Sat per la privatizzazione.

Al termine di questa stagione di battaglie, prima che la nuova era del Galilei e di Peretola abbia inizio, partiamo da quella delibera e da quei mesi di più di 10 anni fa che, d'un tratto, sembrano non esserci mai stati. E, invece, ci sono stati eccome, visto che hanno pianificato nel dettaglio ciò che ora sta succedendo.

Era il 28 febbraio 2002 quando 26 consiglieri su 28 votanti del consiglio comunale di Pisa del sindaco Paolo Fontanelli (autore di una recente interrogazione parlamentare), votano la delibera con la quale Pisa aderisce all'accordo tra Regione, Province, Comuni, Camera di Commercio, associazioni di categoria e soci privati di Sat (il consigliere comunale Bianchi si astenne ed espressero voto contrario Bini e Fantozzi) alla privatizzazione della Sat Galileo Galilei Spa e alla bozza di accordo presentata dalla Regione Toscana dell'allora governatore Martini e trasmessa non solo al comune di Pisa, ma a tutti i soci pubblici e privati, che l'hanno ricevuta a dicembre 2001.

La delibera definiva anche alcuni provvedimenti da prendere, come le necessarie modifiche statutarie e la procedura di gara per la vendita.

In processo già avviato, visto che lo stesso consiglio comunale del sindaco Fontanelli, nell'ottobre '99, aveva votato una precedente delibera che avviava il “processo di privatizzazione della Sat” e che valutava positivamente l'ipotesi “della dismissione della partecipazione azionaria del Comune di Pisa in questa società”.

A seguito di quella delibera, della precedenze bozza e del Piano nazionale degli aeroporti di Enac, nel 2012, la Regione aggiorna il piano del sistema aeroportuale toscano, nel quale ricorda sette “Interventi prioritari di potenziamento delle infrastrutture aeroportuali che includono la realizzazione di una nuova pista di volo presso l'aeroporto Vespucci di Firenze”. Di quell'elenco fa parte anche il potenziamento della rete ferroviaria “a servizio del trasporto aereo. La scarsa accessibilità agli aeroporti italiani – prosegue il Piano -, con modalità diverse dall'aereo e con speciale riferimento alla modalità su ferro, nonché l'assenza di collegamenti efficaci con la rete ferroviaria ad alta velocità sono stimati una emergenza il cui superamento è condizione essenziale per permettere lo sviluppo dei principali scali. L'elenco degli interventi include il cosiddetto People Mover di collegamento tra la stazione di Pisa centrale e l'aeroporto Galilei”.

Il processo che ora ha fatto del Galilei uno scalo non più pubblico, quindi, era già scritto, fin nei dettagli se si scorre la stessa delibera comunale di Pisa del 2002 nella quale si legge persino che la Camera di Commercio sarebbe stata l'unica a mantenere le quote pubbliche, fissate al 20 per cento e con l'impegno di sottoscrivere “intese volte ad assicurare uniformità di indirizzi e di comportamenti”.

La delibera di consiglio del 2002 tiene anche conto di una decisione di giunta regionale ancora precedente, datata 1999 e che contiene “Assetti azionari delle società di gestione degli aeroporti toscani”: nelle determinazioni di quell'anno, votate a gennaio, la Regione Toscana precisa che “in attuazione di decisioni già assunte, nel corso dell'anno si è provveduto ad acquistare ulteriori quote del capitale sociale della Società aeroporto Firenze, in parte dalla Fidi Toscana Spa che era subentrata nell'acquisto a causa della mancanza delle condizioni tecniche per l'intervento diretto della Regione e in parte mediante esercizio del diritto di prelazione sull'offerta di Alitalia Spa. Conclusi questi interventi, la Giunta regionale, al fine di rafforzare le capacità imprenditoriali delle due società di gestione degli aeroporti toscani (Saf e Sat) e valutando che questo obiettivo può essere adeguatamente perseguito attraverso una presenza maggioritaria di soci privati, ha deciso di assumere tutte le iniziative necessarie alla cessione della quota maggioritaria delle partecipazioni pubbliche”.

Il ruolo crescente di Firenze, negli stessi anni, era scritto nell'Atlante degli aeroporti italiani di Enac: la proposta di Piano Nazionale degli Aeroporti riconduce gli scali nazionali a due profili funzionali, a seconda del ruolo rivestito nel sistema nazionale sulla base della rispondenza o meno a precisi requisiti.

Tra gli aeroporti strategici il Piano comprendeva gli scali di Pisa e Firenze, oltre ad altri 14 sul territorio nazionale. Ma precisava che “per il mantenimento del ruolo sono individuate condizioni particolari, coincidenti con la realizzazione di specifiche infrastrutture, ritenute essenziali per garantire capacità e livelli di servizio adeguati rispetto al traffico atteso”. Precisando che “La permanenza di Firenze in questa categoria viene subordinata alla realizzazione di una nuova pista di volo che superi le criticità della pista esistente”.


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