Sport sabato 14 giugno 2025 ore 11:30
Messerini, “Il Cus deve unire le generazioni”

Intervista al candidato alla presidenza del Cus Pisa, già vicepresidente vicario, in vista delle elezioni del 10 Luglio.
PISA — Venerdì 10 luglio si svolgono le elezioni per la presidenza del Cus Pisa. Giulio Messerini, in qualità di vicepresidente vicario, è uno dei due candidati. Ecco qual è il suo programma, se verrà eletto.
Messerini, partiamo dal contesto. La sua candidatura arriva dopo le dimissioni di Giuliano Pizzanelli.
"Sì, ci tengo a ringraziare Giuliano per quanto ha fatto per il CUS. È stato un presidente attento, con cui ho collaborato bene. Mi dispiace si sia dovuto fermare prima del termine. La mia candidatura nasce in continuità con il suo lavoro, ma anche con l’ambizione di fare un passo avanti".
Il suo rapporto con il CUS parte da lontano, giusto?
"Sono entrato al CUS 43 anni fa, da bambino. Mi allenavo nella palestra dietro Palazzo della Carovana. Da allora ho fatto tutto: atleta, dirigente, responsabile di sezione, consigliere, vicepresidente. Ho giocato soprattutto a hockey su prato, ma ho fatto anche atletica, ginnastica e tennis. È una parte della mia vita e della mia famiglia: mio padre, mia zia, i miei fratelli e oggi anche le mie figlie sono o sono stati tutti cussini".
Quali sono le sue priorità per il CUS Pisa?
"Il CUS deve diventare sempre più partecipato dagli universitari. Il nostro centro sportivo è un’eccellenza, ma non è ancora abbastanza vissuto. Dobbiamo farci conoscere di più, dentro i dipartimenti e nei canali digitali. Abbiamo già iniziato con Matricolandosi e i questionari, ma serve di più: tornei interfacoltà, più visibilità in città, più dialogo con gli studenti".
E il rapporto con l’Università?
"Fondamentale. Abbiamo lavorato a stretto contatto con i delegati del Rettore, con il CSU e con l’ufficio edilizia. Collaboriamo con l’Università anche per il progetto dual career e per i questionari alle matricole. È grazie a questo dialogo che possiamo pensare in grande, anche sugli impianti".
A proposito di impianti: ci saranno interventi strutturali?
"Sì, ce n’è bisogno. Il mio progetto è rifare il parcheggio con pensiline fotovoltaiche, separare area pedonale e carrabile, e rifare la recinzione su via del Brennero per dare più visibilità. E poi manutenzione generale: nuovi spogliatoi, nuove palestre. Non sarà facile, ma cercheremo sponsor e partner. Vorrei anche rilanciare il progetto del Parco Sportivo Cittadino, insieme al Comune".
Lo sport universitario però è solo una parte dell’attività del CUS.
"Certo. Da 50 anni facciamo attività giovanile. Negli ultimi 25 anni abbiamo rafforzato molto l’offerta per i bambini delle scuole. È importante iniziare presto: lo sport ti educa al rispetto, alla fatica, ti aiuta a vivere meglio e ad affrontare le difficoltà anche nella terza età. La formazione passa anche dal corpo".
Nel suo programma parla molto di inclusione. Come si traduce in concreto?
"Tutti devono sentirsi accolti. Non uso mai l’espressione “categorie deboli”, perché ognuno ha le sue fragilità. La forza sta nel gruppo. Lo sport, soprattutto quello di squadra, ti insegna a convivere con le differenze. Con i Campi Solari, per esempio, abbiamo aderito al progetto “Riva” contro la povertà educativa, con la Pubblica Assistenza e la Fondazione Pisa".
Che ruolo ha l’attività agonistica nel suo progetto?
"Un ruolo importante. Il CUS ha una tradizione di eccellenza: da Piacentini a Helsinki nel ’52 fino ad Anna Bongiorni, olimpionica a Tokyo e Parigi. Quest’anno abbiamo ricominciato a dialogare con le sezioni agonistiche, che erano state un po’ trascurate. Chi ha voglia e capacità di portare avanti un’attività competitiva va sostenuto. Anche economicamente, se possibile".
Sta guardando anche a modelli esterni, come Torino?
"Sì, il progetto del CUS Torino è un riferimento. Offrono borse di studio a studenti-atleti italiani e stranieri, per attirarli in città. Vorrei qualcosa di simile anche a Pisa, in collaborazione con l’Università, magari dentro un Erasmus+. Aiuterebbe a far scegliere Pisa non solo per l’ateneo, ma anche per lo sport".
Negli ultimi anni il CUS è tornato a crescere dopo un periodo difficile. Cosa è cambiato?
"Dopo i commissariamenti e il post-Covid il CUS era in grande difficoltà. Ora stiamo tornando a numeri buoni, anche grazie al ritorno in presenza degli studenti. Ma per evitare nuovi momenti bui, serve una guida stabile, preparata e presente. Io ci sono da sempre, e voglio continuare a costruire".
Cosa le piacerebbe realizzare come presidente?
"Mi piacerebbe vincere uno “scudetto simbolico”: far crescere il CUS, aprirlo sempre di più alla città, renderlo un punto di riferimento per chi studia, lavora, vive a Pisa. Lo sport non è solo movimento. È educazione, salute, comunità. E il CUS può esserne il cuore".
Michele Bufalino
© Riproduzione riservata
Se vuoi leggere le notizie principali della Toscana iscriviti alla Newsletter QUInews - ToscanaMedia. Arriva gratis tutti i giorni alle 20:00 direttamente nella tua casella di posta.
Basta cliccare QUI