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Lunedì 29 Dicembre 2025

STORIE VISPE MA NON TROPPO DISTRATTE — il Blog di Dario Dal Canto

Dario  Dal Canto

Laureato in ingegneria viaggia spesso su treni e aerei per motivi di lavoro, entrando così in contatto con un ampio ventaglio di umanità. Durante i lunghi tragitti e nelle soste in sale di attesa, disegna con le parole i profili di alcuni personaggi e le situazioni che la sua naturale curiosità estrae dai contesti. La passione per l’osservazione della vita intorno, si mantiene anche nel quotidiano e nella forte passione per il ciclismo, che segue come direttore sportivo di una storica società toscana. Parlando di sé, afferma: “Nella mia vita, come nei miei capelli, non ci ho ancora capito nulla. Per questo sul braccio ho tatuato il cubo di Rubik (scomposto), perché, come a lui … non mi si trova il verso.”

Occhiolino

di Dario Dal Canto - Lunedì 29 Dicembre 2025 ore 09:00

Bar di paese, entro.

“Buongiorno, un caffè per favore.”

Barista esperto inizia a preparare il caffè e intanto posiziona il piattino sul bancone, sollevo leggermente la mano accompagnando il gesto con un mezzo sorriso per far capire che il cucchiaino non serve. Lui capisce, inarca un po’ le spalle e lancia la piccola posata nel bicchiere di acciaio inox che ne contiene un’altra ventina identiche.
Pochi attimi in cui la miscela scende nella tazzina e io mi guardo attorno, ignaro e leggermente impaziente. Osservo a sinistra e poi a destra, e nell’angolo del bancone inavvertitamente incontro uno sguardo.
Potente, penetrante e improvviso, come un petardo in chiesa.
Una signora sta consumando avidamente la sua pasta che ad ogni morso trasuda crema da ogni lato. Lei, capello fatto, bello gonfio, una testa e un faccione importanti, incorniciati da una criniera appena uscita dal casco della parrucchiera. Testa e spalle praticamente della stessa larghezza. Pienotta, con le calze color carne che inguainano una caviglia importante su scarpa aperta con tacco a base quadrata di altezza 4-5 centimetri. Sessant’anni, portati anche male, che pesano su un bel groppone fasciato da un cappotto color cammello a ingolfarne ulteriormente la figura.
Il mio sguardo incrocia il suo, un attimo, solo uno, ma quel tanto che basta per farle tutta una serie di considerazioni e strizzarmi l’occhio in maniera decisa, senza incertezze.

Faccio finta di nulla. Cerco di perdere il mio sguardo nel vuoto.

Arriva il caffè, bevo il primo sorso. Brucia troppo. Devo attendere qualche attimo così incrocio nuovamente il suo sguardo e lei mi strizza ancora l’occhio. La mia mente sta facendo casino per non pensare a quello a cui vorrebbe pensare. No dai, non è possibile. Non scherziamo, avrà una sessantina di anni, portati anche maluccio.

Niente, altra occhiata e puntuale riparte l’occhiolino.

Allora istintivamente penso: “Ha l’asso!” Abbasso gli occhi per guardarmi le mani, per vedere che carte ho e poter impostare la prossima mossa.
Nulla, nessuna carta in mano. Mi rendo conto che non stiamo giocando a briscola. Purtroppo.
In realtà è tutto vero e sta succedendo a me.

Finisco il caffè e di nuovo mi arriva l’ennesimo ammiccamento. Lo vedo con la coda dell’occhio perché non ho abbastanza coraggio per guardarla direttamente.
Poi di fila un altro e poi un altro ancora, sembra una mitragliatrice austriaca sul Carso durante la Grande Guerra.
Si é fissata, sta cacciando e io sono la sua preda.
Come ne esco?!?

Calma, non può essere vero, tengo la tazzina in mano fingendo di dover attendere per finire il caffè e intanto mi concentro per osservarla, non posso scappare da vigliacco. Devo capire.

Continua a sbattere l’occhio.

Adesso però sta guardando verso il barista che armeggia con alcuni stracci laidi e lei indomita continua a sbattere l’occhio senza nemmeno la soddisfazione che lui possa vederla.
Allora capisco: la signora non sta sfanalando a me, lo fa con chiunque, vuoi vedere che si tratta di un tic nervoso…
Sono salvo!

Pago ed esco, ma mentre sono sull’uscio rifletto: “Sai che confusione sarebbe giocare a briscola in quattro ed essere nella solita squadra di una così.”
Roba da perderci la testa!!

Dario Dal Canto

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