Attualità giovedì 30 gennaio 2020 ore 09:35
Laureato a Pisa, premiato negli Stati Uniti
Protezione della privacy e impatto degli algoritmi: ex allievo di Sant’Anna e università di Pisa unico europeo premiato con il “Future of Privacy”
PISA — Gianclaudio Malgieri, ex allievo della Scuola Superiore Sant’Anna e dell’Università di Pisa, è l’unico accademico europeo ad aver vinto il Future of Privacy Award, assegnato dal Future of Privacy Forum. Lo annunciano i due atenei pisani.
Gianclaudio Malgieri, ora affiliato al LiderLab dell’Istituto Dirpolis (Diritto, Politica, Sviluppo) della Scuola Superiore Sant’Anna, ed è stato invitato a ritirare il riconoscimento giovedì 6 febbraio al Senato degli Stati Uniti d’America, dove sarà premiato per il paper “Algorithmic Impact Assessments under the GDPR: Producing Multi-layered Explanations”, di cui è autore insieme a Margot Kaminski, ricercatrice dell’Università del Colorado.
Quello di Gianclaudio Malgieri e della coautrice Margot Kaminski, docente all’Università del Colorado, è risultato uno dei cinque studi selezionati a livello mondiale, per il Future of Privacy Award.
I due autori saranno premiati giovedì 6 febbraio a Washington. Nello stesso giorno, lo studio sarà anche presentato alla Federal Trade Commission americana (l‘agenzia federale USA che si occupa di tutela dei consumatori e di concorrenza). Nel paper selezionato, i due studiosi propongono un metodo innovativo nella valutazione dell’impatto degli algoritmi alla luce del GDPR, il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati Personali, che apre nuove possibilità e scenari nella tutela della privacy combinando per la prima volta due strumenti nella tutela dai rischi degli algoritmi di profilazione.
Allievo alla Scuola Superiore Sant’Anna di Giovanni Comandé, docente di diritto privato comparato, Gianclaudio Malgieri ha 27 anni: si è diplomato alla Scuola Superiore Sant’Anna nel 2017, dopo essersi laureato nel 2016 in Giurisprudenza all’Università di Pisa, presentando una tesi sulla regolamentazione degli algoritmi di profilazione. Docente nei corsi DPO – Data Protection Officer organizzati dal Lider Lab dell’Istituto Dirpolis (Diritto, Politica, Sviluppo) della Scuola Superiore Sant’Anna, collaboratore della cattedra di Diritto dell’Informatica dell’Università di Pisa, Gianclaudio Malgieri sta ora completando un dottorato di ricerca alla VUB di Bruxelles (Vrije Universiteit Brussel), nel gruppo LSTS – Law, Science, Technologies and Society.
“Nello studio per il quale sarò premiato – spiega Gianclaudio Malgieri – io e la mia coautrice proponiamo di utilizzare la valutazione di impatto sulla protezione dei dati (DPIA) per spiegare e giustificare gli algoritmi di profilazione rendendoli ancora più trasparenti. Questo comporta un vantaggio per le imprese, aumentando la correttezza e l’accountability degli algoritmi attraverso un approccio sistematico”. Un esempio: nel mondo delle assicurazioni i cittadini rilasciano una serie di informazioni personali quali sesso, data di nascita… Sulla base di queste informazioni, un algoritmo valuta, predice il rischio e lo quantifica. “I soggetti – spiega Gianclaudio Malgieri – hanno il diritto di capire come avviene questo processo, di chiedere spiegazioni e di essere rassicurati sul fatto che, in queste valutazioni, non vi siano criteri discriminatori”.
"Oltre alla discriminazione - spiega una nota dell'atneo pisano- un altro rischio che tale strumento dovrebbe mitigare è quello della manipolazione commerciale. È avvenuto, ad esempio, che alcune donne vittime di violenza, negli Stati Uniti, ricevessero avvisi che reclamizzavano strumenti di autodifesa: in questo caso il rischio di manipolazione era alto, perché si puntava sul trauma e sull’emotività. Con il diritto alla spiegazione degli algoritmi, Gianclaudio Malgieri e Margot Kaminski combinano la valutazione d’impatto, che dal 2018 è uno strumento obbligatorio per tutti i trattamenti di dati ad alto rischio, per i diritti e le libertà fondamentali gli individui".
“Si tratta, in pratica – prosegue Malgieri – di tutti i trattamenti che possono comportare rischi di discriminazione, manipolazione, perdita di controllo dei dati, danni economici o psicologici e così via. Tra questi spiccano i trattamenti su larga scala di dati sensibili, i trattamenti di dati derivanti dalle telecamere di videosorveglianza, oppure decisioni automatizzate che si basano su valutazioni della personalità”.
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