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Spettacoli domenica 12 gennaio 2025 ore 10:00
Il messaggio di Ambra agli uomini e alle donne

Dopo la standing ovation per l'interpretazione di Oliva Denaro, Ambra Angiolini ha chiuso con un accorato appello perchè l'umanità vinca.
CASCINA — Chi ha letto il romanzo di Viola Ardone non avrà fatto a meno di fare un paragone, comunque sempre inappropriato, tra il libro e la rappresentazione teatrale. Pagine a palcoscenici raccontano infatti sempre le storie con linguaggi diversi ma quello di Ambra Angiolini ha una grammatica ed una sintassi che tutti possono comprendere in modo diretto. Perchè la storia di Franca Viola è una storia vera di crescita e di emancipazione.
E sulla importanza di questa crescita e di questa emancipazione Ambra Angiolini, alla fine di un lunghissimo applauso in piedi di tutto il pubblico del Teatro di Cascina, ancora carica di tensione emotiva, ha voluto aggiungere le sue parole:
"Grazie a tutti, siamo stati così umani, abbiamo pianto, ci siamo arrabbiati, abbiamo condiviso delle cose importanti che ci dimentichiamo, ci fanno dimenticare troppo spesso quanto sono importanti. Quando un essere umano sente è una forza, quando siamo in tanti a sentire siamo davvero giganteschi, molto meglio di tutto quello che ci guida in questi tempi, cellulari compresi ovviamente. Questo spettacolo ha qualcosa di speciale, un po' di magico, perchè lo facciamo tutti. Non si può fare una cosa del genere da soli, non è consentito credo proprio dalla legge, non c'è possibilità che ci si avvicini neanche minimamente a quello che raccontiamo, perché poi scopro che alcune di voi invece hanno vissuto anche situazioni difficili di violenza, me lo raccontano e io sono onorata e felice che arrivino anche a me i loro racconti e che abbiano voglia dei nostri abbracci.
Questo è uno spettacolo interattivo in tutti i sensi.
Quel “no” finale sicuramente lo gridiamo tutti, vi viene voglia di gridarlo sul finale. Vedere una che vince. E Franca Viola ha vinto davvero, perché quel “no” lo ha gridato, è stata la prima a dare di nuovo un nome giusto a quelli che si chiamavano mariti e fidanzati e che invece erano stupratori e assassini. È stata lei la prima a dire: 'si chiamano così'. Solo che noi abbiamo vissuto con retaggio culturale. Quindi, a volte, la violenza, anche psicologica, ci sembra normale. Anche quando giudichiamo le donne che vediamo nel Tg, diciamo: 'ma perché non se n'è andata? Si vedeva che era un matto, lo dicono, l'hanno detto'. Ma quella donna non ha indipendenza economica e quindi spesso non ha scelta, deve restare. Lo fa anche per i suoi figli.
Credetemi: non c'è scelta, non c'è scelta perché non c'è un vero sostegno. Tante associazioni ci provano tutti i giorni sul territorio, fanno anche tanto, ma le situazioni sono molte di più di quelle che tragicamente finiscono talmente male e che le leggiamo sui giornali. Le violenze sono bastarde, sono silenziose come quelli che le compiono, di solito. E quelli sono i più insospettabili. Quello che mi piace di questa storia è che io sento che avete voglia che l'umanità vinca. In questo caso una donna, perché lei è la protagonista di questa storia.
E sono sicura che vi porterete questo “no” nel cuore anche fuori di qui. E che spiegherete meglio ai nostri ragazzi, soprattutto a quelli giovani. Lo ripeto tutte le sere: ritengo che quando una ragazza dice no, una donna dice no, si fanno dieci passi indietro. E in quello spazio un ragazzo sta dicendo il più bel 'ti amo' della vita di quella ragazza.
Come tutti i tanti uomini che hanno pianto insieme a me stasera e sono davvero col cuore pieno. Quella distanza, spiegateglielo davvero, quello è l'amore; lì c'è tutto l'essere maschio, c'è tutta la virilità che cercano in altre cose. Lasciare libera una donna di andarsene, questo è veramente amore, ne sono convinta.
Grazie."
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