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Attualità giovedì 31 agosto 2023 ore 13:30

Il bombardamento di Pisa e una lettera toccante

La cerimonia con il sindaco Conti, il presidente della Provincia Angori, il prefetto e il questore

Cerimonia per ricordare le vittime del primo bombardamento sulla città. Il sindaco ha consegnato una lettera mai recapitata al figlio di un artigliere



PISA — Il primo bombardamento di Pisa, avvenuto il 31 Agosto 1943 è stato ricordato con la tradizionale cerimonia di commemorazione e la deposizione della corona di alloro sulla lapide in piazza Maria Santissima Ausiliatrice a Marina di Pisa, in memoria dei caduti sul lavoro, a seguito delle esplosioni nella fabbrica di idrovolanti.

Una corona di alloro è stata deposta anche al Sostegno del Canale dei Navicelli, sulla lapide in memoria delle vittime del bombardamento del quartiere di Porta a Mare, dove si sono tenuti gli interventi ufficiali.

"Il 31 Agosto di 80 anni fa a Pisa era una bellissima giornata - ha ricordato il sindaco Michele Conti - d’un tratto, apparvero all’orizzonte, nel cielo azzurro, le sagome di terribili aerei carichi di bombe. In molti pensarono che avrebbero solo volato su Pisa ma non andò così e in pochi minuti conobbero il dramma del primo bombardamento sulla città. Un bombardamento compiuto da decine di aerei che sganciarono oltre 400 tonnellate di bombe su case, palazzi, strade, piazze, fabbriche e stabilimenti, sulla ferrovia".

"Sono passati 80 anni esatti da quei fatti e i testimoni di allora, per ragioni di età, cominciano a non esserci più - ha aggiunto - diventa pertanto ancora più importante assumere il dovere ognuno di noi, di fare memoria di quei fatti e mantenere vivo il ricordo di quei giorni drammatici e abituare i nostri giovani a coltivarne il racconto, affinché tutti possiamo meglio comprendere da dove siamo venuti e quale strada percorrere per il futuro".

Al  termine del suo intervento, Conti ha poi consegnato al legittimo erede una cartolina postale delle Forze armate, ma arrivata a destinazione. Era stata spedita da Merano il 5 Settembre 1943 da Renato Benedetti a sua moglie Giusepppina, ma non era mai giunta a destinazione.

Artigliere a Merano, Benedetti era preoccupato dalle notizie del bombardamento su Pisa e chiedeva notizie. La lettera non era mai arrivata a destinazione fino a quando, nelle settimane scorse non è giunta al Comune di Pisa, inviata da una signora che chiedeva che venisse riconsegnata ai legittimi eredi. Quindi tramite l’Ufficio Angrafe è stato individuato il figlio, Franco Benedetti, a cui è stata consegnata la missiva del padre.


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