Cronaca sabato 01 marzo 2014 ore 17:21
Meno risorse e più poveri, Pisa ragiona di stato sociale
Il welfare che vorremmo e quello che verrà… attrezzarsi per il cambiamento è stato il tema del confronto ospitato dalla Provincia di Pisa
PISA — Il volontariato all'interno dello stato sociale. Mentre si riducono le risorse in circolo a causa della
crisi e cresce l’area della povertà, se e come cambia il ruolo del sistema sociale se lo sono chiesto i partecipanti alla Giornata delle consulte provinciali.
Questa mattina
nella sala consiliare della stessa provincia, c'erano anche il presidente della provincia di Pisa Andrea Pieroni e l’assessore Anna Romei e, per il Centro
servizi volontariato Toscana, il
presidente della delegazione di Pisa Marco Tongiorgi.
Ai lavori, sul Welfare che vorremmo e quello che
verrà… attrezzarsi per il cambiamento, hanno portato il
proprio contributo all’assessore comunale al sociale Sandra Capuzzi, della Società della Salute, delle
organizzazioni dei pensionati, dell’associazionismo e, ovviamente,
delle varie Consulte provinciali (delle persone anziane, delle
dipendenze, dell’handicap, delle cooperative sociali, del
volontariato), prime protagoniste dell’appuntamento odierno e
chiamate in quest’occasione (nella prospettiva dell’imminente
riordino dell’ente Provincia) anche a tracciare un bilancio
conclusivo del loro operato e della loro esperienza.
“Il nostro welfare – dice l’assessore Romei –
è chiamato a ridefinirsi, a trovare nuove formule di strutturazione,
a saper ‘abitare i cambiamenti’, insomma”. In particolare, il
confronto ha preso le mosse da un dato di fatto: il modello
socio-assistenziale nazionale, mai riformato, sconta ancora le
contraddizioni di un flusso di risorse provenienti da più fonti
(Stato, Regioni, Comuni) ed erogate in forma prevalentemente
monetaria, quindi inevitabilmente ridottesi (in tempi di
ristrettezze) e spesso spese in modo non efficace, appunto per la
sovrapposizione dei canali di distribuzione. Ne è emersa la
necessità di un “secondo welfare”, non pubblico o quantomeno non
obbligatorio e complementare al primo, costruito su un mix di
programmi e investimenti sociali forniti da una vasta gamma di
attori: aziende e sindacati, fondazioni, organismi del terzo settore
e così via.
Il dibattito è stato animato da un parterre di relatori altamente
qualificati: tra gli altri, Emanuele Ranci Ortigosa (direttore
dell’Istituto per la ricerca sociale di Milano), i professori
Matteo Villa e Rita Biancheri (Università di Pisa), Giorgio
Banchieri (Università La Sapienza, di Roma), Paolo Santinello
(Associazione “Nicholas Georgescu–Roegen” per la ‘decrescita
felice’).
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