Paralimpiadi, consegnata la bandiera pisana

Le sette atlete pisane che parteciperanno ai Giochi olimpici ricevute in Comune. Scarpa: "Orgogliosa di aver fatto sentire il nostro affetto"

PISA — Oltre al tricolore, le 7 atlete pisane che parteciperanno ai Giochi Paralimpici di Parigi potranno sventolare anche la bandiera di Pisa, che è stata consegnata loro nella mattinata di oggi, martedì 20 Agosto, in Comune.

"Sono molto orgogliosa di aver fatto sentire il nostro affetto e la nostra attenzione anche alle atlete che rappresenteranno la nostra città e tutto il Paese alla Paralimpiadi di Parigi, che inizieranno il prossimo 28 Agosto - ha affermato l’assessora allo Sport, Frida Scarpa - è sempre un momento di grande emozione e anche di riflessione assistere agli allenamenti di atleti paralimpici, se ne resta sempre impressionati".

Tra le atlete, sei di loro fanno parte del roster del Volley Dream, la squadra di sitting volley allenata dal coach Amauri Ribeiro. Si tratta di Eva Ceccatelli, Giulia Aringhieri, Raffaella Battaglia, Giulia Bellandi, Elisa Spediacci e Sara Cirelli. La settima, invece, è la già campionessa del mondo di equitazione nella disciplina del paradressage freestyle e tecnico, Sara Morganti.

"Questi atleti trasmettono uno dei messaggi più potenti che lo sport cerca continuamente di diffondere: allo sport non interessa - ha aggiunto - qualunque sia il tuo problema, la tua fragilità, la condizione in cui sei, allo sport non interessa. Ci sono comunque regole, avversari, impegno, sudore, fatica, gioie e delusioni. Anche la fragilità diventa energia e basta assistere alle competizioni paralimpiche per rendersi conto della forza che lo sport ha nei meccanismi di inclusione".

"Personalmente penso che ciò valga anche per chi ha, anche temporaneamente, minori capacità dei campioni e dei fuoriclasse delle singole discipline - ha concluso - ma che lotta comunque ogni giorno per avvicinarsi a quel sogno che i nostri giovani atleti, ai Giochi appena conclusi, hanno mostrato di rincorrere con una nuova consapevolezza del loro valore, allontanando lo stereotipo tradizionale della dicotomia tra vittoria e sconfitta e consolidando, di fatto, un cambio di paradigma culturale atteso da anni".

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