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Politica mercoledì 28 marzo 2018 ore 12:24
Candidato sindaco, ultimatum di Nap-FdI
"Noi adesso Pisa - Fratelli d'Italia" vuole che il centrodestra si dia una mossa e arrivi a definire il proprio candidato entro Pasqua
PISA — "Non possiamo attendere oltre, sono settimane che aspettiamo! La città ha bisogno di una risposta immediata; il nostro sodalizio (la lista civica Noi adesso Pisa e Fratelli d’Italia si presenteranno uniti sotto un medesimo simbolo alle prossime elezioni amministrative) si è espresso in maniera unanime sul nome del candidato sindaco già da tempo, e francamente non si riesce a capire il motivo di questo estenuante attendismo!"
Esordisce così il comunicato di Nap-FdI, che insieme alla Lega ha proposto Michele Conti quale candidato sindaco, nome che però ha trovato un'accoglienza assai timida, per non dire scettica, fra gli alleati di Forza Italia. Nap-FdI tuttavia insiste affinché si arrivi a una decisione chiara in tempi brevi, addirittura prima di Pasqua.
"Da una parte lo stato di emergenza e di assoluto declino della città, violentata e oltraggiata di giorno in giorno - sottolineano dal partito -, dall’altra la lacerazione profonda del centrosinistra esigono una risposta responsabile, forte, coraggiosa, immediata da parte di chi si candida per il cambiamento. Vi è necessità di una coalizione il più ampia possibile e stiamo lavorando con pazienza a tale obiettivo, capendo e rispettando le esigenze di tutti. Ma al tempo stesso si chiede a tutti gli alleati la franchezza di dire sì o no rispetto a una proposta che è stata fatta da tempo. Non possiamo più aspettare! La città, i commercianti, i residenti, gli imprenditori, ci stanno chiedendo unità, il nome del candidato del centrodestra e un programma su cui confrontarci e dibattere. Rispetto a tali sollecitazioni abbiamo il dovere di dare risposte concrete; per questo motivo chiediamo a tutte le forze del centrodestra di dare una risposta definitiva entro questa settimana, o altrimenti di motivare pubblicamente il protrarsi dell’attesa. I bizantinismi, le liturgie della politica appartengono a un’altra epoca e hanno già provocato abbastanza danni perché non si sia ancora imparato la lezione. Noi ci siamo!".
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