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Politica martedì 30 gennaio 2018 ore 14:05

Candidature indigeste per le minoranze Pd

Alessandra Nardini

Le liste elettorali per le politiche del 4 marzo non sono gradite a parte degli esponenti Dem del territorio. Pesanti critiche anche da Enrico Letta



PISA — Le liste, così come i metodi scelti da Botteghe Oscure per comporle, stanno provocando mal di pancia all'interno del Partito Democratico. A Pisa fa discutere la candidatura al senato della ministra all'istruzione Valeria Fedeli, nonché l'esclusione di rappresentanti del territorio quali Federico Gelli e Marco Filippeschi.

Enrico Letta, intervistato da La Stampa, ha parlato di un "tragico errore" e ha aggiunto senza mezzi termini: "Il Pd sta correndo verso l'abisso". L'ex premier ha quindi rivelato che in queste ore sta ricevendo "reazioni indignate da tutta Italia: non mi capitava da tempo".

Mentre il consigliere regionale Pd Andrea Pieroni si è limitato a rilanciare l'intervista a Letta, la collega Alessandra Nardini ha scritto un lungo post su Facebook di amare critiche. "Se voglio davvero essere leale verso ciò che sarebbe dovuto essere il Partito Democratico - queste le sue parole - non posso trasformarmi in complice silente di chi quel progetto lo sta tradendo". "Lo spettacolo andato in scena per la composizione delle liste - ha osservato Nardini - ė stato pessimo, indegno". Per la consigliera si è trattato di una "umiliazione della minoranza" e "La cosa più grave e amara è il metodo: territori inascoltati, candidature paracadutate non si sa con quale criterio, teste di giovani desiderosi di portare il proprio contributo tra i banchi del Parlamento e di figure preziose con una lunga storia di militanza alle spalle, tagliate senza un perché, alla 3 di notte".

Caustici i commenti della Nardini anche sui collegi pisani: "Per non parlare solo della minoranza poi, aspetto ancora di sapere perché nel pisano, un territorio dove la scissione si è sentita (per usare un eufemismo!) e dove a primavera si vota in città, dopo aver perso 3 parlamentari uscenti su 4, si è deciso di far saltare anche il quarto, nonostante la sua candidatura fosse stata sostenuta con ben due documenti approvati dalla direzione provinciale. Anche dalla minoranza". 

"Adesso ė il momento di lavorare - conclude la consigliere - come ho sempre fatto, per provare a non lasciare il Paese in mano a destra e populismi. Dico 'provare' perché queste ultime vicende, certo, non ci aiutano nella già ardua impresa. Ma non potevo farlo in silenzio, non sarei stata onesta e leale, come ho già scritto. Il 5 marzo dovremo aprire una seria discussione su chi siamo e dove vogliamo andare, su chi vogliamo rappresentare".

Altra pioggia di critiche da Stefano Fabbri, esponente pisano di ReteDem, che ha scritto al segretario del suo circolo Pd dicendosi "sinceramente disgustato" dalle "vicende notturne" e dal "metodo utilizzato nella composizione delle liste". Quindi la decisione di restituire la tessera: "Una volta letti i nomi in lista per il nostro collegio - ha scritto Fabbri - il disgusto sul metodo si è trasformato in qualcosa di più pesante: non posso eticamente far parte di un partito (che peraltro stanotte ha dimostrato di non esserlo più) che esprime tali candidature che non posso in alcun modo sostenere. Ne prendo atto. Ci sono vari modo di fare politica o azione civica, anche banalmente nel proprio quotidiano. Restituisco perciò la mia tessera perché il far formalmente parte del partito mi impegnerebbe ad appoggiare candidati in cui non mi riconosco minimamente". 

"L'aver scelto di non prendere in considerazione i territori e la evidente volontà di azzerare la rappresentanza della minoranza - ha concluso - è una scelta volgare, offensiva e scellerata. Parafrasando un caro amico siamo abituati a perdere ma non a farci prendere in giro. Spero che tutto ciò in ogni caso ci aiuti a fermare l'onda nera che ci minaccia; personalmente ho seri dubbi ma su questo fronte resterà il mio impegno forte e coerente".


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