Attualità venerdì 02 agosto 2024 ore 16:00
Eccidi nazifascisti, la commemorazione 80 anni dopo
Nell'estate del 1944 decine di persone morirono per la violenza della guerra. Le amministrazioni di Cascina e di Pisa ne celebrano la memoria
PISA-CASCINA — Ottant'anni fa. Da Latignano a Zambra fino a Pisa, le stragi nazifasciste hanno segnato la storia di questi territori, ricordata dai Comuni con le commemorazioni.
Nella mattinata di oggi, venerdì 2 Agosto, il sindaco Michelangelo Betti e l’assessora Giulia Guainai si sono recati prima a Latignano, dove Mario Malacarne fu mitragliato nei pressi del ponte di via Ciro Menotti il 29 Luglio 1944, poi a Zambra, dove a trovare la morte il 31 Luglio furono gli ulivetesi Ilico Frassi e due componenti della famiglia Redini, Argelio e Aldo, con Nilo che riuscì miracolosamente a salvarsi nonostante le ferite. Il 1° Agosto, invece, con una raffica di mitra furono uccisi Piero Baglini e Alvaro e Gino Gambini.
"Abbiamo una storia diversa da altri territori: da noi non c’è stata una sola strage, ma ci sono stati tanti episodi - hanno spiegato - se facciamo la somma, diventa una strage di grandi numeri ma più silenziosa, fatta per atterrire le persone. Fino a metà Luglio i nazifascisti cercavano di tenere il controllo del territorio, poi dettero vita a incursioni dal nord dell’Arno per terrorizzare le persone. La Liberazione arriva a Cascina il 4 Settembre, ma per tre mesi ci furono una serie di uccisioni anche estremamente efferate".
Quella di Zambra fu una storia diversa, con i cittadini che venivano mitragliati durante l’attraversamento del fiume. "Qui sull’Arno c’era il fronte - ha aggiunto Andrea Taccola, vicesindaco di Vicopisano, intervenuto alla cerimonia - e di episodi ce ne furono diversi. Ilico Frassi, che era il nonno del nostro ex sindaco Juri Taglioli, e i tre Redini erano tutti ulivetesi, fratelli e cugini, furono mitragliati subito dopo aver superato il ponte venendo da Caprona. Ci sono stati altri casi di gente che scendeva dal monte, dove era rifugiata, e che trovava la morte di qua o di là dall’Arno: a mio nonno e mio padre andò bene, ma un loro amico partì 5 minuti prima e, quando arrivarono, lo trovarono morto sulla riva".
Anche a Pisa, quindi, si è tenuta la commemorazione delle vittime dell’eccidio di San Biagio: era il 2 Agosto 1944 quando avvenne il massacro di 23 civili a opera di ufficiali e sottufficiali delle SS.
"Questa area, che oggi fa parte del tessuto urbano di Pisa nel 1944 era una zona di aperta campagna e qui avvenne un fatto gravissimo - ha ricordato il sindaco Michele Conti - abbiamo commemorato l’eccidio anche presso la Cascina Rosa, una casa colonica dove alcuni agricoltori, che risiedevano lì insieme alle loro famiglie, vennero trucidati dalle truppe tedesche. Ricordare queste persone inermi che persero la vita è un atto dovuto, siamo qui per mantenere vivo il ricordo e trasmetterlo alle nuove generazioni, con la consapevolezza di ciò che accadde. Per motivi anagrafici, tanti dei testimoni sopravvissuti a queste terribili vicende non ci sono più: spetta quindi a noi questo compito".
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