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Politica martedì 09 giugno 2020 ore 10:25

"Il Comune conceda i suoi spazi all'Università"

L'appello arriva dal Pd e si aggiunge a quello già lanciato da alcune associazioni studentesche: "Gli universitari tornino a studiare in città"



PISA — Matteo Trapani, capogruppo del Pd in consiglio comunale, e Giovanni Saraco, segretario comunale dei Giovani democratici, chiedono che "il Comune faccia la sua parte" per far sì che gli studenti universitari, a settembre, possano tornare a vivere e studiare in città.

"Apra i propri spazi - questo l'invito al Comune avanzato dal Partito democratico -, per permettere agli studenti di ricominciare a vivere la propria Università e quindi la nostra Città. Le associazioni studentesche lo chiedono a gran voce e noi non possiamo non ascoltarli. L’amministrazione non sia sorda alle loro richieste. Nel Consiglio Università-Territorio dia la propria disponibilità ad accogliere tutti coloro che lo vorranno nei parchi, negli spazi comunali".

L'appello si inserisce nel dibattito, tuttora aperto, sulla didattica a distanza e sulla possibilità di riprendere, a settembre, la didattica in presenza anche in tutte le facoltà all'Università di Pisa, garantendo la sicurezza nel rispetto delle norme anti-Covid.

"Siamo tra quelli che pensano che gli studenti fuorisede siano una risorsa per la Città - scrivono Trapani e Saraco -. La loro presenza fa vivere le nostre piazze, il tessuto economico ne trae beneficio. Molti di loro si stabiliscono all’ombra della Torre, costruiscono il loro percorso professionale, mettono su famiglia. Questo è naturale se il territorio che li ha accolti li fa sentire parte integrante e non degli ospiti, per definizione di passaggio. Questa amministrazione non si è mai posta l’interrogativo se stesse facendo qualcosa perché questi giovani, che hanno riposto in Pisa le speranze per un futuro all’altezza delle loro aspettative, si sentissero parte della comunità pisana. Ma non solo non lo ha fatto per gli studenti fuorisede, ma anche per i giovani pisani. Quanti ragazzi e ragazze sono costretti a studiare in casa, magari nella stessa stanza insieme ai familiari, perché vivono in ambienti ristretti per queste necessità".

"La didattica a distanza è stata necessaria e l’Università di Pisa si è dimostrata pronta - concludono dal Pd -. Adesso è il momento che il Comune faccia la sua parte. È vero che la didattica in presenza causa importanti assembramenti, ma non pensiamo così diversi da quelli nei bar o nelle palestre. I luoghi della conoscenza, Scuole e Università, non sono semplici posti dove si fa lezione o si studia, ma sono luoghi in cui si cresce, dove si discute, si scambiano opinioni, idee. Luoghi dove nasce il futuro di ogni ragazzo e di ogni ragazza".


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